Ho letto la notizia sul Corriere di oggi, ma non trovo un link (!): Pierluigi Zappacosta, abruzzese che ha fatto fortuna nella Silicon Valley co-fondando Logitech (la società che probabilmente produce il vostro mouse) ha dato vita a un fondo di venture capital che si chiama Faro, e adesso sta lavorando con il ministero dell’innovazione per selezionare startup tecnologiche nel Mezzogiorno. Zappacosta è persona seria e saggia, e questi anni di California lo hanno reso abbastanza insofferente ai giochetti italiani (qui c’è una sua gustosa intervista con Marco Palombi) e molto pro-mercato. Insomma, che uno così trovi interlocutori nel governo italiano mi pare una vera notizia. Fusse che fusse la volta bbona… mi informo dai miei amici del DPS. Intanto chiedo a Gianluca e ad Alberto se hanno più informazioni dal lato aziendale….
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eChallenges 2007: prime impressioni
Sono a L’Aja per partecipare a eChallenges 2007, che è cominciata stamattina. Sulla carta è un grande convegno (e in effetti di carta ce n’è molta: ciascuno di noi ha ricevuto oltre 1500 pagine di libro che contengono tutti i paper presentati); di fatto per ora non ho trovato grandi nuove idee. Ci sono anche alcune cose che – a prima vista – sembrano discutibili: per esempio ho sentito alcune presentazioni che fanno capo a un progetto che si chiama Intelcities e sono rimasto abbastanza sconcertato. A Siena, a quanto pare, hanno usato la TV via cavo per trasmettere video sul Palio e, per questa via, “fare entrare le ICT nelle case degli anziani, a rischio di esclusione”. Poi però salta fuori che gli anziani in questione non hnno il minimo interesse aai servizi interattivi, e in realtà la coesione sociale a Siena è fortissima, quindi non c’è nemmeno esclusione. Un’altra ricercatrice citava dati del 2004 per dire che in Italia le ICT sono usate nella sfera privata, non c’è partecipazione pubblica. Ho osservato che mi sembrava controintuitivo (nel paese dove un blogger porta 300.000 persone in piazza) e che, da quello che si capiva dalla presentazione, questi sondaggi facevano le domande sbagliate. Lei ha sgranato gli occhi: “Ma sono dati Censis!” (si è poi scoperto che i dati di survey erano mescolati con i risultati dei loro focus groups). Ma è questa la ricerca finanziata? Intelcities costa al contribuente europeo 11.4 MEuro…
Bello, invece, il contributo di George Pohle, VP di IBM, che raccontava come si siano resi conto che i modelli per l’innovazione si scaricano in strutture organizzative assai diverse. Identificava quattro archetipi: i mercati per le idee (Google), i leader visionari (Apple), il rigore (la maggior parte delle grandi organizzazioni, compresa IBM) e la collaborazione (IBM come vorrebbe diventare). Avevo già letto dell’Innovation Jam, ma fa abbastanza impressione sentire parlare di processi collaborativi per l’innovazione con 150.000 partecipanti da uno che c’è stato….
“Very interesting paper”
Mi ha scritto Roger Wallis! “Il” Roger Wallis, l’autore di Media Policy and Music Activity. La ragione è che lui presiederà la sessione di eChallenges 2007 dove presenterò un piccolo saggio. La mia tesi è che l’innovazione su prodotti e servizi hi tech nelle industrie creative (MMS, webTV, musica online per abbonamento…) fallisce troppo spesso perché è difficile costruire squadre di innovatori che capitalizzino la conoscenza di quei mercati (della musica, o del libro) per costruire communities. E Roger Wallis dice che il mio paper è very interesting… che soddisfazione!
Ah: il paper è qui: