Archivio dell'autore: Marco

“Il sottosviluppo è la regola, lo sviluppo l’eccezione.” Nel sottosviluppo la “storia” di ognuno è: la colpa è degli altri

“Nel Meridione il sottosviluppo è la regola, lo sviluppo l’eccezione, questo è il messaggio sotteso di consapevolezza della nostra scuoletta estiva di quest’anno” ha ripetuto più volte Mimmo Cersosimo nei giorni della nostra presenza in Calabria.

Ora il progetto Booster si è scontrato contro il muro di gomma del sottosviluppo: inefficienza, ritardi cronici che fanno saltare la programmazione, inaffidabilità, gambadilegno…
Nulla di nuovo insomma.
Dal punto di vista delle dinamiche dello sviluppo forse la cosa più interessante è che negli entusiasmanti 9 mesi (settembre 2006 – maggio 2007) “di sviluppo” di Booster si era venuta a formare (citando Seravalli) una nuova storia comune di soggetti eterogenei che condividevano (in modo più o meno forte) uno stesso “discorso” sul cambiamento.

Ora che invece tutto sembra essersi impantanato nelle paludi del sottosviluppo, quella storia comune sembra essere smarrita, e ogni singolo soggetto di quella storia sta cercando di affermare ripetendo come un mantra la sua storia, che si potrebbe facilmente riassumere nella frase: “la colpa di questa situazione è degli altri”.
Sembra quasi che ammettere le proprie responsabilità significhi “far passare” la storia degli altri, la mia opinione è invece che questo sarebbe il primo necessario passo da fare (tutti assieme, ognuno le proprie) per ricostruire una comune volontà e storia per il cambiamento (perchè come si è detto questo è frutto di una volontà condivisa da più soggetti, non il risultato possibile dell’azione di un solo soggetto isolato).

Del resto è molto evidente come questa pratica non ha fatto altro finora che separare i soggetti un tempo uniti (in modo anche debole e fragile, ma uniti), facendoli impegnare più a raccontare/mistificare la realtà a loro modo, che a darsi da fare per cercare di mettere in atto se non il cambiamento sperato, almeno quello possibile.

alla “scuoletta” estiva di sviluppo locale in Calabria

Dopo la presentazione al DPS di Alberto, siamo stati chiamati a presentare il documento “Voi siete qui – una storia di storie del progetto Booster a Pescara” anche alla piccola scuola estiva delle fate coordinata da Mimmo Cersosimo (o “scuoletta”, come preferisce chiamarla lui, perchè così lontana dalla pomposità vuota delle mille Summer School della penisola).

Tre giorni di sviluppo locale, mezzo quadernone fitto di appunti, ospiti da diversi ambiti (dirigenti regionali, di agenzie di sviluppo, di associazioni, di imprese, docenti universitari, etc.) e da tutta Italia (da DPS, Formez, GAL di Venezia, Università di Milano-Bicocca, Parma, etc.) che discutono di sviluppo con un approccio multidisciplinare (economisti, sociologi, filosofi, giuristi, antropologi, etc.), l’esperienza di una scuola dove la partecipazione dei ragazzi viene vista come fondamentale, dove la discussione prosegue anche a cena, fino alle canzoni chitarra e voce cantate dai ragazzi a fine serata… non credevo ne esistessero (più) di scuole così. Vorrei partecipare ogni anno a una scuola così… allora bisogna proprio che ci “inventiamo” qualche altro progetto per il prossimo anno per avere altre cose interessanti da dire, altrimenti non ci chiameranno alla scuoletta! 😉

Fra gli interventi vorrei segnalare in particolare quello di Gilberto Seravalli, magnifico discussant di tutti gli interventi nonchè amico e collega di Sebastiano Brusco, del quale ci ha regalato diversi ricordi personali. Nel suo intervento intitolato “Sviluppo locale: nè facile nè impossibile” (come il titolo del suo ultimo libro) ha spiegato come ragionare di sviluppo locale significhi ragionare sul tempo e sul cambiamento (condizione necessaria per parlare di sviluppo): quando il cambiamento non c’è contano le risorse (il tempo è come se non ci fosse), quando il cambiamento c’è contano (soprattutto) le storie, i racconti (su come va “il mondo”, su chi sono i personaggi principali…). Per questo è importante avere persone che ci raccontino nuove storie (non balle o mistificazioni, ma nuove visioni sulle possibilità del mondo), che vedano le cose da un’altra prospettiva, che riescano a dare un nuovo senso collettivo, perchè l’innovazione e lo sviluppo altro non sono che l’espressione di una massa di forze/persone che condividono lo stesso discorso sul cambiamento.

L’intreccio di queste idee con il racconto di Booster è venuto naturale, si è persino sentito il bisogno di giustificarsi dicendo che il collegamento non era stato premeditato. Il racconto di Booster però, come tutti i racconti, si modifica nel tempo in base ai nuovi accadimenti, per questo è importante non perdere la memoria del racconto e dei passi fatti finora, per ricordarsi sempre il punto dal quale siamo partiti, e non tornare indietro.



Da sinistra: Alberto, Anna Natali di Studiare Sviluppo, Paola Casavola del DPS, Mimmo Cersosimo di UniCal

riflessioni post WaveCamp


Di ritorno dal WaveCamp dove sono stato chiamato a coadiuvare i due organizzatori del camp Stefano Vitta di Fon (sponsor ufficiale della manifestazione assieme a Tiscali e Yahoo! Musica) e Andrea Lodi (aka Pelodia) della Fondazione ArezzoWave Italia.

Al WaveCamp, tre giorni di “non-conferenze” all’interno del festival ItaliaWave, si è parlato di musica e nuove teconogie, spaziando dal diritto d’autore alla creazione di reti wireless (spunti anche per i nostri possibili progetti futuri a riguardo). Trovate un bel resoconto qui, o guardando fra i post segnalati da Blogbabel sull’argomento.

Il grande Robin Good ha filmato e reso disponibili gli interventi del sabato: qui trovate la prima parte e qui la seconda. Ci sono stati diversi talk molto interessanti da riprendere e sviluppare nel “nostro” barcamp sulla musica, solo per fare alcuni nomi degli intervenuti: Stefano Quintarelli, Manlio Mallia (Siae), Leonardo Chiariglione (inventore del formato mp3), Fabrizio Meli (Tiscali Media), Claudio Cicali, Enzo Baruffaldi (Polaroid blog), Luca Mascaro (Dada.net), Gabriele Lunati (Elioelestorietese.it), Alessandro Bogliolo dell’Università di Urbino, Maureen Cassera (Yahoo! Musica), etc. etc. Credo ne metterò qualcuno direttamente visualizzabile su questo blog, ma vi consiglio vivamente di fare un giro su RobinGood.tv per vederli tutti.

Gran bella esperienza per me, nonostante il caldo infernale (online la tre giorni viene ricordata come MicroWaveCamp o HellCamp 🙂 che ha messo a dura prova i campers e noi.

Una cosa è certa, del rapporto fra musica e tecnologia c’è ancora parecchio da dire, e al MusicCamp cercheremo sopratutto di far partecipare alla discussione i musicisti e il pubblico (cosa non riuscita al WaveCamp per “questioni climatiche”), ancora non abituati a questo tipo di incontri e ad affrontare ed utilizzare pienamente tutti gli strumenti che le nuove tecnologie mettono loro a disposizione.