Category Archives: industrie creative e sviluppo

Milano’s last hope

Hub Milano

I was just off a plane, so quite tired. But founder Alberto Masetti-Zannini invited me so kindly that I resolved to forgo stopping at home and headed straight from the airport to Hub Milano‘s opening party. It turned out to be a good idea.

To begin with, it was a nice party. Drink and dancing were available. Both hosts and guests, obviously elated, had a go at both. Then I was glad that Italy, all too used to missing important trains, managed to put together a node of the Hub network. But the best thing was that, though many people were meeting for the first time, it felt like everyone was part of the same scene: CriticalCity‘s complete board with Medhin Paolos of Reti G2 (in my opinion one of the most interesting nonprofit organizations in Italy), Esterni‘s Beniamino Saibene, Emil Abirascid, Euclid Network‘s executive director Filippo Addarii, Luca Perugini with Roberto Bonzio, the visionary journalist who started italianidifrontiera, Andrea Paoletti, the architect who designed Hub Milano as well as some even weirder stuff… Unfortunately the Campari Museum had a simultaneous grandopening, so that Massimo Banzi and his crew were missing, and I think they are a key piece of this Milano.

The diversity of the – very respectable – skills and the mutual accessibility of these people are obvious. Seeing them hang out and have fun together gave me the feeling that they share some key values and a certain way to approach the world, and it was a good feeling. As I went home, for once I allowed myself a cautious optimism: maybe there is still hope for Milano, maybe this crowd can express a project to get the city back on track. And, by extension, there may be hope for this country too, because I have few doubts that the most important match for Italy’s future will take place in Milano.

L’ultima speranza di Milano

Hub Milano

Ero appena sceso da un’aereo, e quindi abbastanza cotto. Ma il fondatore Alberto Masetti-Zannini mi ha invitato con tanta gentilezza che ho deciso di non passare neanche da casa e fiondarmi direttamente alla festa di inaugurazione di Hub Milano. Ho fatto bene.

Intanto era una bella festa. C’era da bere e da ballare. I padroni di casa e ospiti, visibilmente contenti, ci hanno dato dentro con entrambe le cose. Poi mi fa piacere che l’Italia, avvezza a perdere treni, riesca a esprimere un nodo della rete degli Hub. Ma la cosa straordinaria era che, sebbene molte persone si stessero incontrando per la prima volta, tutti sembravano fare parte di una stessa scena: il top management di CriticalCity al completo con Medhin Paolos di Reti G2 (secondo me una delle realtà più interessanti del nonprofit italiano), Beniamino Saibene di Esterni, Emil Abirascid, il direttore di Euclid Network (è una rete europea di leader del terzo settore, con base a Londra) Filippo Addarii, Luca Perugini con Roberto Bonzio (quello di italianidifrontiera), Andrea Paoletti, l’architetto che ha progettato Hub Milano e altra roba anche più strana… Purtroppo la concomitanza con l’inagurazione del museo Campari ha fatto sì che mancassero Massimo Banzi e il suo gruppo, un pezzo decisivo di questa Milano.

La diversità estrema delle competenze – di tutto rispetto – e l’accessibilità professionale reciproca di queste persone sono evidenti. Vederli divertirsi e stare bene insieme mi ha dato una bella sensazione: quella che abbiano in comune alcuni valori chiave e un certo modo di andare incontro al mondo. Per una volta sono andato a casa (a un’ora indecorosa) permettendomi un cauto ottimismo: forse Milano ha ancora una speranza, forse da queste persone può nascere un progetto che rimetta la città in pista. E per estensione il paese, perché ho pochi dubbi che la partita più importante sul futuro dell’Italia si giochi a Milano.

I social networks possono avere transizioni di fase?

Quando il numero di utenti che stavano usando Kublai simultaneamente ha raggiunto i 15-20, ho avuto la sensazione quasi fisica che l’esperienza cambiasse completamente. Qualunque cosa facessimo localmente (in classe) compariva nel feed attività recenti, e gli utenti in tutta Italia reagivano. E’ stato moto divertente, per gli studenti e anche per me.

Mi sono venute in mente le transizioni di fase (un termine di fisica che denota ciò che accade alla materia quando cambia il suo stato, da solido a liquido a gassoso o vicerversa). Kublai sembrava un ghiacciaio: in precedenza si era mosso rimanendo allo stato solido, trascinato dalla gravità e segnando il paesaggio con una morena, ma ora si stava sciogliendo, e si muoveva molto più velocemente. Questo pone una domanda affascinante: è lo stesso processo che accade a una velocità maggiore o la velocità maggiore implica un processo diverso? Nell’esempio del ghiacciaio che si scioglie, la transizione da ghiaccio a acqua genera un torrente, che è molto diverso da una morena accelerata. A intuito, direi che questo si applica anche a Kublai: più in specifico, farei l’ipotesi che la Kublai “liquida” concentra maggiormente i commenti su una proporzione più piccola di progetti molto attivi rispetto alla Kublai “solida”… ma tutto ciò è molto lontano da una conclusione fondata.

Nelle scienze della complessità la materia alla soglia della transizione di fase ha proprietà interessanti, e viene detta trovarsi al bordo del caos. Quindi Ruggero e io ci siamo intrigati, e abbiamo discusso di modi per studiare questo fenomeno con la matematica dei grafi. Nel frattempo ho reclutato alcuni dei membri più attivi della community per fare un esperimento nell’uso di Kublai come piattaforma semi-sincrona: consiste nel darsi appuntamento per fare una “jam progettuale”, cercando di avere 20-30 persone che postano contemporaneamente, e vedere cosa succede. Ci sarà una transizione di fase? La sentiranno gli altri kublaiani come l’ho sentita io? Posterò i progressi -se ne faremo – qui sul blog man mano che la riflessione va avanti.