La primavera silenziosa del governo aperto

Ho un carattere ottimista (troppo, direbbero alcuni), e quindi tendo a vedere il proverbiale bicchiere mezzo pieno. Però bisogna ammettere che Fammi sapere – una piccola ma vivacissima Woodstock degli open data italiani, che si è tenuto sabato scorso a Senigallia – incoraggia una visione ottimista. Ho imparato molte cose interessanti, e mi sono fatto l’idea che

  • in Italia ci sono riserve di competenza teorica e pratica sufficienti per portare avanti un’efficace politica di dati aperti. Abbiamo i giuristi come Ernesto Belisario (oltretutto molto bravo nella divulgazione); i geeks come Matteo Brunati; i comunicatori come Nicola Mattina; perfino qualche imprenditore, come i ragazzi di OpenPolis e Extrategy.
  • i pubblici amministratori cominciano ad avvicinarsi al tema, e a sentirlo come proprio. A Senigallia, oltre ad alcuni politici ed amministratori locali curiosi e attenti, erano presenti e attivi Aline Pennisi della Ragioneria Generale dello Stato; la mia amica Paola Casavola, una singolare figura di ricercatrice con un passato recente nell’amministrazione (è stata in Banca d’Italia e al ministero dello Sviluppo); Vincenzo Patruno dell’ISTAT.
  • e soprattutto, siamo riusciti a costruire una conversazione a più voci e di qualità alta. Si sentono la voglia di capire, l’alto valore attribuito alle competenze solide, il rispetto reciproco al di sopra delle differenze di prospettiva. Dico “siamo” perché nel consolidamento della comunità ha avuto un piccolo ruolo un’iniziativa a cui ho partecipato anch’io, Spaghetti Open Data, e in particolare la sua mailing list; ma anche il gruppo di Senigallia, guidato da Marco Scaloni – davvero bravo – si muove in una logica di scena, e infatti ha fatto un evento esemplare, molta sostanza e niente hype.

Al di là degli open data, il tema della pubblica amministrazione aperta e conversazionale sembra davvero essere sul punto di sbocciare nella società civile italiana. Lo avverto nelle tante persone che mi scrivono in relazione a Wikicrazia, restituendomi uno spaccato dell’Italia che per me è del tutto nuovo. Questa primavera avviene nel silenzio, lontana dal chiasso dei media, e per ora va proprio bene così. Spero di continuare a raccoglierne i germogli con la scusa delle presentazioni del libro. Già il 23 novembre sarò a Reggio Emilia per parlare di Wikicrazia con David Lane e Tommaso Fabbri, amici intelligenti che non mi faranno certo sconti, ma anche con studenti, docenti, cittadini e gente che passa di lì per caso. L’azione di governo ci riguarda tutti, e tutti hanno il diritto di esserne protagonisti. Se ti interessa trovi le info qui, o qui se usi Facebook.

2 pensieri su “La primavera silenziosa del governo aperto

    1. Alberto Autore articolo

      Perché? Anzi, il tuo intervento mi era molto piaciuto, breve, efficace e con una scelta di immagini interessante. È che ho citato solo pochi tra gli intervenuti: volevo dare il senso della diversità delle competenze anziché fare l’elenco. In effetti potevo forse usarti come esempio illustre di una quarta categoria, quella dei tecnici delle policy. Rimedierò, ho in canna un altro post su un evento in cui tu hai un ruolo importante. 🙂

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