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Buone notizie: tre innovazioni sociali da Edgeryders

Photo: silent fabrik @flickr.com

Ho imparato molto a Living On The Edge 2 – e non sono l’unico: la conferenza ha sollecitato reazioni molto positive da gente di tutti i tipi. La comunità di Edgeryders ha consolidato una facilità e un metodo nel collaborare che la rende non solo stimolante, ma anche molto produttiva. Come poche altre volte mi è capitato in passato, trovo in Edgeryders un’estrema varietà di stimoli (veniamo da venti paesi diversi, abbiamo età e percorsi diversissimi) combinata con un linguaggio comune che rende fluida l’interazione. Per esempio, a #LOTE2 documentare le sessioni è stato molto naturale: appena parte una conversazione tra più di quattro persone qualcuno apre un PiratePad, condivide il link via Twitter, e i partecipanti si mettono a prendere appunti collaborativi senza nemmeno bisogno di mettersi d’accordo. In queste condizioni non solo è più facile avere idee fresche: anche passare alla fattibilità e alla pre-realizzazione lo è.

Tra le tante cose che sono successe a #LOTE2 è che tre idee proposte da membri della comunità sono stati lavorati fino ad assumere una forma progettuale, e rese nella forma di progetti presentati poi allo European Social Innovation Prize. Ne sono particolarmente contento, perché sono uno dei giudici, ed è nostro interesse avere molte proposte di qualità tra cui scegliere. I progetti sono:

  • Social Capital for Social Ventures (SC4SV), guidata da Nadia El-Imam e Vinay Gupta. L’idea è mobilitare risorse non-monetarie per la creazione di nuova impresa sociale: “mettendo tempo e competenze specialistiche (come quelle linguistiche o di design) a disposizione di nuove imprese, prendiamo quello che abbiamo (competenze, tempo e talento) e lo usiamo per riempire i vuoti lasciati da quello che non abbiamo: accesso ai capitali. È auto-aiuto trasformato in lavoro per una generazione su cui non si investe.”
  • Edgeryders Knowledge Integration Program (EKIP), guidato da James Wallbank. L’idea è di insegnarsi a vicenda a sviluppare impresa localmente sostenibile. “Le iniziative che partecipano a EKIP [inizialmente in UK, Polonia, Germania e Italia] hanno sviluppato risposte bottom-up a problemi economici e sociali locali, e stanno costruendo modelli di business sostenibili basati sulle loro iniziative. Fattori comuni includono un uso massiccio di ICT, facilitazione di metodologie di apprendimento P2P e co-working, flessibilità alle specificità locali e indipendenza strutturale dalle grandi organizzazioni.”
  • unMonastery, guidato da Ben Vickers. L’idea è di ispirarsi alla vita monastica come template per la collaborazione e l’innovazione. “Un nuovo tipo di spazio sociale che combina il meglio degli hackerspace e degli ambienti di vita. Il suo obiettivo primario è servire la comunità locale che lo ospita.”

Sono molto orgoglioso di questo ultimo regalo del progetto Edgeryders. E sono ancora più orgoglioso che tutto questo impeto innovativo venga da un progetto di un’istituzione pubblica internazionale – il Consiglio D’Europa – che ha creduto, con coraggio e coerenza, nel suo ruolo di facilitatore e partner dei suoi cittadini più radicali e meno rappresentabili dai “riti della concertazione”. Speriamo di potere continuare in questo cammino nel 2013.