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Our voices in the planetsong

Mondine!

Voices of the World was the title of Thursday night’s show at Glasgow’s Royal Concert Hall. It couldn’t have been more appropriate. After the Grace, Hewat and Polwarth trio (Corrina Hewat also acted as Mc), solo singer Mairi Smith, the Bulgarian women’s choir Angelite and the Aberfeldy Gaelic choir directed by Margaret Bennett it fell on to us, Fiamma Fumana and the Choir of Mondine di Novi, to finish it. The show has been good right from the start, thanks to the serene beauty of Gaelic singing, the mysterious harmonies of the Bulgarian girls and Margaret’s Elegiac notes (she touched my heart singing a slow song written for her son Martyn, very great piper and dj, our friend and our rather unorthodox muse: he would be 37 if Hodgkin’s lymphoma had not taken him away three years ago). But when the Mondine set foot on the stage something happened: firstly they sing loud, with a sonic pressure that comes straight from pre-microphonic times and makes them the Who of folk choirs (“volume is power”, indeed): and then we came onstage, with our drum grooves and our instruments, to get the people up and dancing. It ended up in a big party.

MUCH later in the evening, in the hotel’s club, the party was still raging on. The ladies stormed a circle of chairs and sofas and started singing like there was no tomorrow, and there was no way to get them to go to bed. Some fans gave them a copule of bottles of whisky, with they took in stride with the elàn that comes with experience (while getting Paolo, normally a good drinker, seriously drunk) between a rice weeding song and a partisan rebel one. Passers by would stop, clustering in a small crowd, and could not believe it. And neither could I, really: a glance at Diva’s wonderful 84 years, still the most powerful contralto in the choir, who was having the time of her life singing at 4 in the morning in a Glasgow hotel, was enough to tell me that something was happening here. I could feel the pride of being there, and the love that bonds us, grandmothers, mothers and daughters (and sons). And I realized that, depite all the limitations (mine especially, as a musician and composer) we have something to tell the world, we have a good story to pass on and our own little note to add to the great song of planet Earth. Forwards!

Le nostre voci nel canto del pianeta

Mondine!Voices of the World, voci del mondo si chiamava il concerto di giovedì 31 alla Royal Concert Hall di Glasgow. Mai titolo è stato più appropriato. Dopo il trio Grace, Hewat e Polwarth (Corrina Hewat ha fatto anche da presentatrice per la serata), la cantante Mairi Smith, il coro bulgaro Angelite e il coro gaelico di Aberfeldy diretto da Margaret Bennett, è toccato a noi, Fiamma Fumana e coro delle mondine di Novi, di chiuderlo. Il concerto è stato molto godibile fin dall’inizio per la bellezza serena del canto gaelico, le armonie misteriose delle ragazze bulgare e gli accenti elegiaci di Margaret (che mi ha commosso cantando un’aria composta per il figlio Martyn, grandissimo piper, dj, amico e ispiratore dei Fiamma Fumana, che avrebbe 37 anni se il linfoma di Hodgkin non ce l’avesse preso tre anni fa). Però quando sono salite sul palco le mondine è successo qualcosa: intanto cantano forte, con una pressione sonora che viene dritta dai tempi in cui i microfoni non esistevano e ne fa un po’ gli Who dei cori popolari (“il volume è potere”): e poi siamo arrivati noi, con i groove di batteria e gli strumenti, a tirare la gente in piedi e a farla ballare. E’ finita in una grande festa.

La sera, nel club dell’albergo, la festa è continuata. Le mondine si sono messe a cantare (e noi con loro) e non c’era verso di mandarle a letto. Qualcuno ha regalato loro un paio di bottiglie di whisky, che loro hanno assorbito con lo slancio dell’esperienza (facendo in compenso ubriacare Paolino, che non è un bevitore da poco) tra una “Noi vogliamo l’uguaglianza” e una “Pietà l’è morta”. La gente di passaggio si fermava, accumulandosi in una piccola folla, e non ci poteva credere. E in realtà neanch’io: mi bastava un’occhiata agli splendidi 84 anni di Diva, ancora il contralto più potente del coro di Novi, che invece che passare il tempo a guardare Baudo in TV era a Glasgow a cantare alle 4 del mattino. Si sentiva molto l’orgoglio di esserci e il bene che ci vogliamo, nonne, madri, figlie e figli. E ho capito che dopo tutto, nonostante i limiti (anzitutto miei, di musicista e compositore) abbiamo qualcosa da dire al mondo, abbiamo una bella storia da raccontare e una piccola nota da aggiungere al grande concerto del pianeta. Avanti così.

Le voci del mondo

Il direttore artistico Donald Shaw e i suoi collaboratori a Celtic Connections hanno fatto la conferenza stampa di presentazione del festival 2008 e messo online il sito web di quest’anno. Che programma! Flook, Steve Earle, k.d. lang, Liam Clancy, Mercedes Peòn (l’abbiamo incrociata al Folkwoods, in Olanda), Solas, le vecchie glorie Moving Hearts, Eliza Carthy, Peatbog Fairies, Le Vent du Nord, Michelle Shocked, Bill Wyman (BILL WYMAN?), Capercailie, Trilok Gurtu… E sì, ci siamo anche noi, nella serata Voices of the world, insieme al coro Bulgaro Angelite. Niente Uncle Earl: al loro posto – e molto più in tono con il resto della serata – ci sarà l’Aberfeldy Gaelic Choir, diretto da Margaret Bennett, cantante di alto rango e madre del nostro rimpianto Martyn. Gulp. Dobbiamo assolutamente prepararci non bene, ma benissimo.