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Semi-structured notes on my Ph.D. thesis work on network science. For an intro, see http://youtu.be/KKrM2c-ww_k

Masters of Networks 3: scienziati delle reti e communities insieme per progettare il futuro della discussione in rete

(Ripostato da Wikitalia)

L’avvento di Internet è stato salutato con gioia e speranza dagli amanti della democrazia. Molti attivisti hanno visto in essa la possibilità di un’agorà elettronica, sempre accesa e dalla memoria perfetta, in grado di realizzare una democrazia partecipativa di stampo ateniese alla scala dell’intero pianeta, e mandare l’intelligenza collettiva al potere. Ma le cose si sono rivelate molto più complicate. Le comunità virtuali esistono da almeno trent’anni; alcune di esse hanno condotto discussioni interessanti e profonde, e perfino realizzato cose meravigliose; altre no. La democrazia partecipativa su larghissima scala è molto lontana dall’essere realizzata.

Masters of Networks 3: communities è un incontro che prova a mettere a frutto l’esperienza di trent’anni di dibattito online. Perché in alcuni contesti la discussione è fruttuosa e creativa, e in altri contrapposizione sterile? Esistono test oggettivi per la “buona salute” del dibattito? Possiamo prevedere l’evoluzione delle discussioni? Proveremo ad affrontare questi temi partendo dall’idea che ogni conversazione, sia in Internet che fuori, è una rete di interazione tra umani, cioè una rete sociale. Nel corso del progetto CATALYST, Wikitalia e i suoi partners hanno costruito Edgesense (demo video), un semplice software per l’analisi interattiva delle comunità online viste come reti (esempio).

Masters of Networks 3: communities è un hackathon di due giorni in cui scienziati delle reti, membri attivi di comunità online e persone interessate alla democrazia partecipativa si ritrovano per discutere di questi temi. Proveremo a visualizzare e analizzare le reti di diverse comunità online, usando come guida la conoscenza profonda di chi quei dibattiti li vive tutti i giorni; il nostro obiettivo è capire come sono fatte le reti di conversazioni “in buona salute”, e se le possiamo distinguere a colpo d’occhio da reti di conversazioni “malate” (troppo conflittuali, superficiali, polarizzate e così via).

Masters of Networks 2: communities si tiene a Roma il 10 e 11 marzo 2015. Ci saranno alcuni scienziati, programmatori e community managers del progetto CATALYST, ma abbiamo aggiunto una decina di posti a disposizione di chiunque voglia partecipare. In particolare, se gestisci una comunità online e ne vorresti una visualizzazione/analisi di rete, è probabile che possiamo aiutarti, e se possiamo lo faremo con piacere. La partecipazione è gratuita, ma l’iscrizione è obbligatoria – vai qui per iscriverti. Per fare sentire benvenuti i partecipanti non italiani, la lingua di lavoro è l’inglese.

Ci sarò anch’io. Credo che questo tema sia centrale; ho provato a dirlo meglio nel video qui sotto.

Reti, sciami e policies: in viaggio per gli strani paesaggi delle politiche pubbliche del secolo 21

Io una volta ero un economista. Poi negli anni duemila ho cominciato a interessarmi di complexity science. Ho inseguito un’intuizione che mi diceva che le reti sono importanti (era il 2009, mi ricordo ancora l’epifania di vedere la rete delle interazioni in Kublai) e mi sono messo a studiarle, cercando una specie di Santo Graal: progettare comunità online che esprimano intelligenza collettiva per risolvere problemi complessi, inaccessibili a singoli individui o piccoli gruppi, anche se molto intelligenti.  Per impadronirmi del tema ho dovuto rivedermi algebra lineare e teoria della probabilità; a quel punto diverse letture mi hanno portato a camminare per sentieri per me interamente nuovi, leggendo paper di biologia computazionale o psicologia sperimentale.

Attraverso paesaggi strani, molto lontani dalle architetture razionali e ben illuminate dell’economia standard. Sono perfino pericolosi: pieni di trappole filosofiche (se è veramente intelligenza collettiva, saremo in grado di riconoscerla? Non sarebbe come un neurone che cerca di comprendere il cervello?) e perfino dilemmi morali (è possibile che il benessere del sistema venga ottenuto a spese delle sue componenti, proprio come una specie si evolve uccidendo i propri membri meno adatti alla sopravvivenza: cosa succede se il sistema è sociale e le componenti siamo noi?).

La cosa più strana è questa: non sono l’unico a vagare in questo posto, dovunque sia. Nel mondo delle politiche pubbliche, in cui da anni mi muovo per lavoro, praticamente ogni mese incontro nuovi compagni di viaggio. Con loro, mi trovo a parlare di reti, sciami intelligenti, etnografie online, motori di variabilità e altre cose esoteriche di questo tipo. Mi sento come un alchimista del Cinquecento: queste cose sembrano funzionare, anche se non siamo ancora sicuri di capire davvero il perché; e ci sentiamo sull’orlo di una scoperta importante, di una rivoluzione scientifica come nel Seicento. Questo mondo strano e perfino dark è riflesso bene nel mio intervento al Personal Democracy Forum di qualche mese fa a Roma. Se vi interessa un assaggio, il video è qui sotto, sia in italiano che in inglese.

(dedicato a Giulio Quaggiotto)

Due comunità online a colpo d’occhio: Edgesense cresce

Durante l’estate, il gruppo di Wikitalia ha lavorato duro per perfezionare Edgesense, il tool per l’analisi di rete in tempo reale delle comunità online che stiamo costruendo nell’ambito del progetto CATALYST. Mentre noi lavoravamo sulla nostra comunità tester ufficiale, quella di Matera 2019, è successa una cosa bella: mi è capitato di parlare di Edgesense con Salvatore Marras, e lui mi ha chiesto di provarlo su Innovatori PA. Edgesense è appena in alpha, ma la curiosità di vedere come si sarebbe comportato su una comunità molto più grande di quella di Matera 2019 (oltre diecimila utenti registrati!) è stata troppo forte.

Sorpresa: nonostante usi lo stesso software di Matera 2019, Innovatori PA non è solo più grande: è proprio diversa. Sorpresa ancora più grande: Edgesense ti permette di vedere la differenza a occhio (clicca qui per un’immagine ingrandita).

Anche le metriche confermano. Innovatori PA, che ha oltre 700 nodi attivi (cioè che hanno contribuito scrivendo post o commenti), dà luogo a una rete piuttosto sparsa, con “solo” 1127 relazioni. La distanza media è piuttosto alta, 3.76 gradi di separazione (se si pensa che Facebook ne ha solo 4.74 – fonte); la modularità, cioè la naturalezza con cui puoi dividere la rete in sottocomunità (Edgesense le distingue per colore) è molto alta.

Viceversa, la comunità di Matera 2019 dà luogo a una rete abbastanza connessa, 872 relazioni , quindi l’80% di quelle di Innovatori PA, ma con meno un terzo dei partecipanti. I gradi di separazione medi tra due partecipanti sono solo 2.50, e la modularità è molto più bassa.

Se volete divertirvi a giocare con Edgesense – tra le altre cose vi permette di vedere la crescita della rete nel tempo – andate qui per Matera 2019. Non c’è bisogno di installare niente, si accede attraverso il browser. Vi consiglio il tutorial che abbiamo preparato per insegnare in modo interattivo i rudimenti dell’analisi di rete per le comunità online (trovate un link “tutorial in alto a destra nella pagina). L’installazione di Innovatori PA è ancora un po’ ballerina, ma a breve verrà resa disponibile.