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Qui si fa l’Italia E si muore

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Il tour di 40 anni, ormai agli sgoccioli, ha toccato il 22 dicembre Calatafimi, cittadina famosa soprattutto per la prima vera battaglia dei Mille di Garibaldi. Bixio avrebbe pronunciato la famosa frase “qui si fa l’Italia o si muore” in quell’occasione.

Gli organizzatori ci hanno chiesto di potere proiettare un video durante il concerto. Le immagini erano più o meno quelle che vedete qui sopra: ritraggono l’arresto di Domenico Raccuglia “u vitirinariu”, accusato di essere il numero 2 della cupola, avvenuto proprio a Calatafimi a settembre 2009. Il pubblico, composto prevalentemente da ragazzi e ragazze che i quarant’anni non li vedranno per un bel pezzo: ha reagito al video con un tifo da stadio: fischi e insulti alle immagini di Raccuglia, applausi fragorosi alla polizia e alle foto di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Peppino Impastato. E del resto la stessa cosa, come vedete dal video, è successa al momento dell’arresto di Raccuglia (un killer temibile, noto per avere ucciso un bambino e averne sciolto il corpo nell’acido muriatico): ragazzine sedicenni gli urlavano insulti in faccia, magari impaurite ma fierissime.

Il mio amore per la Sicilia è nato insieme all’antimafia. Ero alla festa di Cuore quando annunciarono l’omicidio Borsellino; rimasi colpito dal cupo coraggio dei ragazzi siciliani; mi avvicinai a loro, diventammo amici e lo siamo ancora (nel frattempo uno di loro è diventato il mio editore, e un altro il mio avvocato). Ho anche scritto per loro una canzone che è entrata un po’ nel folklore dell’antimafia. Nei quasi vent’anni della nostra amicizia, il muro di omertà che proteggeva la mafia si è sgretolato: lo vedete dal video, quando la polizia fa un arresto di mafia a Palermo la gente si raduna davanti alla questura per festeggiare insieme ai poliziotti. A Milano, le forze dell’ordine sono sole.

Io amo e ammiro questa Sicilia, questo Sud, e mi vergogno profondamente per la mancanza di reazione civile nel nord Italia contro la criminalità organizzata, che infiltra appalti, costruisce, compra attività. Se dalla mafia ci salveremo, su al Nord, credo proprio che ci salveranno loro. @Assolombarda: posso proporre di assumere uno dei ragazzi di Calatafimi come responsabile antimafia e antiracket? Da milanese, mi sentirei decisamente più tranquillo.

Qui si fa l’Italia E si muore (Italiano)

Il tour di 40 anni, ormai agli sgoccioli, ha toccato il 22 dicembre Calatafimi, cittadina famosa soprattutto per la prima vera battaglia dei Mille di Garibaldi. Bixio avrebbe pronunciato la famosa frase “qui si fa l’Italia o si muore” in quell’occasione.

Gli organizzatori ci hanno chiesto di potere proiettare un video durante il concerto. Le immagini erano più o meno quelle che vedete qui sopra: ritraggono l’arresto di Domenico Raccuglia “u vitirinariu”, accusato di essere il numero 2 della cupola, avvenuto proprio a Calatafimi a settembre 2009. Il pubblico, composto prevalentemente da ragazzi e ragazze che i quarant’anni non li vedranno per un bel pezzo: ha reagito al video con un tifo da stadio: fischi e insulti alle immagini di Raccuglia, applausi fragorosi alla polizia e alle foto di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Peppino Impastato. E del resto la stessa cosa, come vedete dal video, è successa al momento dell’arresto di Raccuglia (un killer temibile, noto per avere ucciso un bambino e averne sciolto il corpo nell’acido muriatico): ragazzine sedicenni gli urlavano insulti in faccia, magari impaurite ma fierissime.

Il mio amore per la Sicilia è nato insieme all’antimafia. Ero alla festa di Cuore quando annunciarono l’omicidio Borsellino; rimasi colpito dal cupo coraggio dei ragazzi siciliani; mi avvicinai a loro, diventammo amici e lo siamo ancora (nel frattempo uno di loro è diventato il mio editore, e un altro il mio avvocato). Ho anche scritto per loro una canzone che è entrata un po’ nel folklore dell’antimafia. Nei quasi vent’anni della nostra amicizia, il muro di omertà che proteggeva la mafia si è sgretolato: lo vedete dal video, quando la polizia fa un arresto di mafia a Palermo la gente si raduna davanti alla questura per festeggiare insieme ai poliziotti. A Milano, le forze dell’ordine sono sole.

Io amo e ammiro questa Sicilia, questo Sud, e mi vergogno profondamente per la mancanza di reazione civile nel nord Italia contro la criminalità organizzata, che infiltra appalti, costruisce, compra attività. Se dalla mafia ci salveremo, su al Nord, credo proprio che ci salveranno loro. @Assolombarda: posso proporre di assumere uno dei ragazzi di Calatafimi come responsabile antimafia e antiracket? Da milanese, mi sentirei decisamente più tranquillo.

Palermo al WOMEX! Bella soddisfazione

Come tutti gli anni, la settimana scorsa sono andato al WOMEX (ne riferisco qui). A un certo punto, girando tra gli stand, me ne trovo davanti uno della città di Palermo. Lo presidiava Giovanni Callea, promoter palermitano di Kalsart, e aveva il suo bravo sampler di musica cittadina, e perfino un programma di tour support (da parte dell’AAPPT) per gli artisti palermitani che vanno in tour all’estero. Sembrava troppo bello per essere vero: a inizio anno avevo fatto all’AAPPT e alla Provincia una piccola consulenza (ne parlo qui), avevo messo insieme gli operatori della città, avevo organizzato una riunione nell’ufficio dell’assessore provinciale al turismo (che, per la cronaca, si chiama Salvatore Sammartano) e avevo concluso raccomandando di fare esattamente queste cose (puntare sulla world music, presenza al WOMEX, sampler, integrazione con il marketing territoriale, tour support) con queste modalità (cioè affidandole ai promoter più vispi, come Giovanni, non mantenendole in carico all’ente pubblico).

E lui mi ha dato retta. Così, come niente. Ma allora funziona! Sono belle soddisfazioni.