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The distributed author: Wikicrazia readers present Wikicrazia


I receive many invitations to speak at public events to present Wikicrazia, my book on government in the age of Internet collaboration. The topic is hot, and it is going to stay hot: from my vantage point it seems that Internet-enabled spaces of collaboration between citizens and public authorities are sprouting up all across Italy, and there are trailblazers in most democratic countries. I see my role, at least in part, in helping those people to connect to each other and with the global open government movement. I grew up in a small town, and I know well how empowering it feels to take action on your home turf while feeling a part of some global-scale phenomenon.

I am not in the country; it is much harder than usual for me to attend events in Italy, and I was resigned to stop doing so for several months. Last week, however, I got a really interesting proposal, and I had the idea to ask the organizing team if they would accept someone other than myself to present my book. They accepted with enthusiasm. At this point I published an update on Facebook to probe whether my friends and readers would be up for it; to my great surprise, in a couple of hours I got half a dozen volunteers. Fantastic: a book on collaboration,written collaboratively and now even presented “wiki style” by an open community! This must be a first.

Here’s the deal. Navarra Editore and I are looking for volunteers to present Wikicrazia on my behalf in the coming months, when I can’t make it myself (which will be most of the times). We require:

  • being familiar with the book. You need not agree with it: a critical presentation is perfectly acceptable.
  • being comfortable with speaking in public

And we offer:

  • my gratitude!
  • my famous slides (with notes).
  • payment of travel and hotel expenses.
  • a Skype or phone session to discuss how to set up the presentation (as suggested by one of the volunteers).
  • a small gift from the publisher, to show appreciation

Our goal here is to build and “advanced wikicrats” group with members in most Italian regions (and abroad?), people that can contribute in a useful, competent and confident way to the public events that are organized therein. I have a feeling that such a group could be useful to do other things as well.

We are kicking off with an event in Riomaggiore, at Cinque Terre, on 29th, 30th and 31st of July. See how it goes.

L’autore distribuito: i wikicratici presentano Wikicrazia


Ricevo spesso proposte di presentare Wikicrazia, il mio libro sull’azione di governo ai tempi della rete. Il tema è caldo, e lo rimarrà: dal mio punto di osservazione ho l’impressione che in tutta Italia si stiano costruendo spazi di collaborazione tra cittadini e istituzioni abilitati da Internet. In questi mesi di viaggi e di incontri collegati al libro, ho avuto la fortuna di incontrare veramente tante persone competenti, idealiste e appassionate, certamente in grado di fare proposte credibili di governo wiki nei loro territori. Vedo il mio ruolo, almeno in parte, nell’aiutare queste persone a stabilire collegamenti le une con le altre e con il movimento mondiale dell’open government. Sono cresciuto in provincia, e so bene quanta forza possa dare l’agire nel proprio territorio sentendosi parte di un fenomeno globale.

In questo periodo mi trovo all’estero. Mi è molto più difficile del solito spostarmi, e mi ero rassegnato a sospendere gli incontri per diversi mesi. La settimana scorsa, però, ho ricevuto un invito particolarmente interessante, e ho chiesto agli organizzatori se fossero disposti ad ascoltare la presentazione del libro, invece che da me, da qualcuno che lo conosce bene e che si riconosce nel movimento per un governo aperto. La risposta è stata entusiastica. A questo punto ho pubblicato un update su Facebook per sondare la disponibilità dei miei amici e lettori; con mia grande sorpresa, nel giro di un paio d’ore una mezza dozzina di persone (alcune delle quali non conosco personalmente) si sono rese disponibili a presentare il libro. Fantastico: un libro sulla collaborazione, scritto in modo collaborativo, e perfino presentato da una comunità aperta in stile wiki! Non credo sia mai stato fatto.

A questo punto vi faccio una proposta più articolata. Io e Navarra Editore cerchiamo volontari per presentare Wikicrazia al mio posto nei prossimi mesi, quando capita (e capiterà sempre più spesso) che io non possa andare di persona. I requisiti per farlo sono:

  • avere letto il libro. Non è invece necessario condividerlo in toto; potete anche fare una presentazione critica se vi sembra giusto così.
  • essere disposti a parlare in pubblico.

L’obiettivo è costruire un gruppo di wikicratici avanzati distribuiti tra le varie regioni italiane, in grado di parlare con competenza e disinvoltura di queste cose nelle occasioni pubbliche che si organizzano nei diversi territori. Ho la sensazione che un gruppo così potrebbe essere utile anche per fare altre cose.

Wikicrazia on sale on Facebook: true stories from the rewired economy

Sorry, this post is in Italian only. As usual, clicking on the “Translate” link above will give you access to an automated translation. Executive summary: my book Wikicrazia is finished, and I am on the road to present it. While the book makes it through the dead tree distribution pipeline, I have learnt that my publisher is selling it on Facebook: the funny thing is that you give him your address and he sends you the book, trusting you to pay later. He is right too: he in seeing zero delinquency rate. Web 2.0 acts as a catalyzer on reputation effects, and erodes the anonimity of transactions at the basis of partial equilibrium theory in textbook economics. Are all our models wrong? Will we be able to reform them or drop them or are we too invested in them?

L’avventura di Wikicrazia continua: siamo entrati nella fase in cui me ne vado in giro per il mondo a raccontare il libro. Ho tenuto la prima presentazione alla Social Media Week Milano (un estratto è nel video qui sopra, con tanto di colonna sonora dei Modena City Ramblers; c’è anche un resoconto su Wired), e la seconda al Personal Democracy Forum Europe a Barcellona. Saremo a Bologna il 27 ottobre (info), a Senigallia il 20 novembre e abbiamo già ricevuto parecchie altre richieste, che man mano andremo confermando. Non mi aspettavo tanto calore da parte di wikicratici e semplici lettori! Grazie davvero a tutti quelli che ci stanno sostenendo e aiutando in questo percorso.

Nel frattempo ho scoperto una cosa divertente. Il mio editore, Ottavio Navarra, è un utente forte di Facebook (ha oltre quattromila amici, e ha dovuto creare una pagina personale per evitare che Zuckerberg gli cancellasse l’account). Nelle settimane che il libro ci metterà a percorrere il circuito distributivo e arrivare alle librerie, Ottavio ha messo in vendita il libro sia dal sito che su Facebook. La vendita su Facebook funziona così: si manda un messaggio a Ottavio da qui, dicendo che si vuole il libro e indicando un indirizzo. La casa editrice spedisce il libro (accollandosi anche le spese di spedizione) insieme a un bollettino di conto corrente postale o per un bonifico, prima di ricevere il pagamento. E come fa a garantirsi che la gente non si tenga il libro e non paghi? Semplice: non si garantisce. Si fida. Ottavio non è preoccupato “Sono quasi tutti miei amici su Facebook” mi ha detto. E infatti pagano tutti. Un lettore ci ha addirittura scritto che “Il regalo più bello in quel pacco era la fiducia”.

Traduco nel linguaggio degli economisti: le transazioni di mercato non sono più anonime. Facebook e gli altri social network rendono molto più semplici e veloci gli effetti reputazione; commettere una scorrettezza naturalmente è ancora possibile, ma il colpevole perderà istantaneamente di credibilità. Dovrà ricostruire una nuova identità digitale con un altro nome, e questo non è nè semplice nè veloce: per i 15 euro del libro non ne vale la pena.

L’economia sta cambiando molto più in fretta di quanto noi economisti riusciamo a cambiare il nostro modo di pensare. E non va bene per niente, perché rischiamo di fare più male che bene consigliando ricette pensate per sistemi economici del tutto diversi. Bisognerà pensarci.