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Buoni propositi per il 2010: fare un tour con Cisco e Giovanni

Da giovane suonavo in un gruppo, i Modena City Ramblers, che ha avuto un certo successo. E anche una cosa in più: per un breve tempo, nella seconda metà dei ruggenti anni 90 (Stiglitz dixit), è stato una (piccola) band generazionale.

Erano anni interessanti. La gente si arricchiva in borsa con il boom delle dotcom, Mani Pulite spazzava via la prima repubblica e i viaggi aerei a basso costo ci permettevano di visitare luoghi mai visti prima. Era un tempo di ottimismo e di espansione degli spazi di libertà. Era il nostro tempo.

Poi, negli anni 2000 i finanzieri hanno creato e poi fatto scoppiare bolle tossiche; la seconda repubblica è diventata quello che sappiamo; e i viaggi esotici sono venuti associandosi alle perquisizioni negli aeroporti e alla prostituzione infantile. Si costruisce e si lavora ancora, ma senza facili ottimismi, con la guardia alta e parecchie cicatrici; e se si può credere in qualcosa, questo qualcosa sono le persone. Non tutte.

Quasi tutti i fondatori se ne sono andati dai Modena City Ramblers. Io ho lasciato a maggio del 2000.

E nel 2010, Cisco, Giovanni e io torneremo a fare un tour insieme, dopo oltre dieci anni (l’ultimo fu a fine 1999). Non si tratta di una reunion (Cisco è l’unico che fa ancora il musicista di professione, Gio e io facciamo altro e ci sta bene così), e nemmeno di nostalgia, grazie. Abbiamo voglia di tornare a confrontarci con noi stessi, con la nostra generazione e con quelle che sono venute dopo: raccontando la nostra storia, che poi è quella di molti, attraverso le canzoni vecchie e quelle nuove. Senza nasconderci gli errori, e sono tanti, ma con l’orgoglio di non avere mai, mai seguito l’andazzo.

Il concerto si chiamerà “40 anni” in onore di una vecchia canzone e della nostra età attuale (facile). Prime date a febbraio. Non ho ancora nemmeno un sito a cui ridirigervi, state in contatto.

Un economista in tour al tempo della crisi

Vancouver: quale crisi?

Il tour americano dei Fiamma Fumana coincide, quest’anno, con la crisi finanziaria che partendo da Wall Street sta investendo l’economia mondiale. In materia di finanza sono ignorantissimo, per cui non mi sento proprio di pontificare su posssibili soluzioni: per chi condivide con me l’impreparazione specifica e la voglia di capire segnalo questo articolo di Sandro Brusco che spiega quali sono i problemi del piano Paulson, naufragato giusto ieri. Come economista, mi interessa invece, e molto, la traduzione dell’andamento degli indicatori economici a livello della vita quotidiana delle persone. E l’occasione è ghiotta: la sera del nostro arrivo a Chicago, mercoledì, la televisione dell’albergo trasmetteva Bush a reti unificate che chiedeva 700 miliardi di dollari per comprare le attività finanziarie basate sui mutui casa; venerdì c’è stato il primo confronto televisivo tra McCain e Obama; ieri sera il piano Paulson è stato respinto dalle camere (hanno votato contro deputati di entrambi i partiti, ma in maggioranza repubblicani). Assisto dalla prima fila a un sussulto della storia economica americana e mondiale: certamente eventi di questa portata devono avere riflessi sulla vita di ogni giorno.

Sono a Vancouver: ieri siamo partiti da Seattle. Non c’è traccia dei miserabili in fila davanti ai pentoloni di minestra dell’Esercito della salvezza trasmessici dall’iconografia della Grande Crisi del 1929. Le strade sono piene di gente allegra e visibilmente benestante. I ristoranti alla moda sono pieni. Anche il nostro concerto di Seattle, nel suo piccolo, è stato un successo, con il teatro pieno. Nonostante questo, il nostro agente, Steve, ci racconta che il settore entertainment risente del nervosismo generale, ed è diventato più difficile riempire le sale. In effetti la spesa culturale è molto prociclica, cresce molto durante i periodi di boom e cala più della spesa aggregata durante le recessioni. Peccato, però. Certi consumi culturali (come il nostro tour Fiamma Fumana-Mondine di Novi, Di madre in figlia) possono dare un vero aiuto ad affrontare l’insicurezza finanziaria anni 2000: le mondine, per esempio, si sono fatte una guerra mondiale, la Resistenza, la ricostruzione, le legnate dalla Celere di Scelba ed eccole qua, sessant’anni dopo, indistruttibili e solari. Una meravigliosa dose di ottimismo per affrontare la revisione del bilancio familiare!