Dove va la musica?

Ieri sono stato all Mobile Music Forum di Innovation circus. C’era Paolo Barbesino di M-Metrics che presentava una ricerca sulla musica mobile. La cosa che ho capito è che:

  • tutto il mercato della musica digitale italiano vale 17 milioni di euro. Non è molto: una sola ceramica di Sassuolo, medio-grande, spende due milioni di euro all’anno solo per partecipare al Cersaie, la principale fiera di settore.
  • circa i due terzi sono sul mobile, quindi circa 10 milioni di euro
  • la ricerca si avvaleva di un panel di 5000 intervistati in ciascuno dei cinque paesi europei principali. Una cosa molto seria!
  • la ricerca sarà costata come minimo due milioni di euro, quindi una cifra paragonabile al valore complessivo del mercato italiano della musica digitale.

Nel frattempo – sostiene il mio amico Enzo Mazza, direttore FIMI, su Il Sole 24 ore – la musica digitale in Italia cresce del 15% nell’anno 2006, a fronte di una crescita complessiva dell’e-commerce del 116%. Non ti viene il sospetto che i tuoi associati stiano sbagliando qualcosa, Enzo?
Nel frattempo il mercato complessivo della musica registrata perde, in Italia, un altro 18% e scende a 600 milioni di euro. E i Radiohead decidono di saltare l’intermediazione delle case discografiche: sempre il Sole riporta un commento secco di un anonimo dirigente di un’importante etichetta europea: “Se la migliore band del mondo vuole tagliarci fuori non sono sicuro che ci sia un futuro per questo business.”

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