La rete di Dio

Ormai è qualche mese che penso al movimento benedettino in termini di sistemi adattivi complessi (i benedettini sono una rete, non un’organizzazione) e alla Regola di san Benedetto come a un protocollo. Più ci penso, più mi convince.

E quindi, quando Riccardo Luna mi ha chiesto di raccontare la storia di unMonastery a Next, ne è uscita la presentazione qui sotto. Può sembrare strano andare nel tempio dell’innovazione e delle startup a parlare del monachesimo del sesto secolo, ma l’innovazione non è nata nella Silicon Valley. E se provate a guardare Benedetto da Norcia attraverso il filtro dell’innovazione sociale, quello che si vede è… sorprendente. Non perdetevi il videoclip di 50 secondi girati all’unMonastery Matera (a circa 7.30 della presentazione) fatti dal bravissimo Nico Bisceglia. Lo trovate anche qui.

4 pensieri su “La rete di Dio

  1. Antonio

    Ciao Alberto. Sono arrivato qui sul tuo blog partendo da una vecchia discussione sulle social media policy (me ne sto occupando in questo periodo in modo intensivo).
    Mi ha colpito questo approccio a san Benedetto & co. perché ho studiato recentemente un’opera assai approfondita che ti suggerisco per un radicale, sorprendente capovolgimento della prospettiva: ne scriveva, infatti, con perizia e dettaglio impressionanti, Pekka Himanen nel suo pregevole “Etica Hacker”.
    Non posso che consigliartelo.
    Tornerò su queste pagine. Saluti.

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    1. Alberto Autore articolo

      Ciao Antonio, piacerissimo di rileggerti. Mi informo su “Etica hacker”, tanto più che sto pensando di fare un po’ di lavoro computazionale su una cosa che (in analogia con la Regola) ho cominciato a chiamare Protocol.

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  2. Dottornomade

    Bel video e bella idea! (Non ne sapevo niente, ci sono capitato per caso.)

    Da buon coder, non ho potuto pensare che curiosamente, la migliore comunità di programmatori Perl è proprio un monastero (virtuale), quello dei perl monks (cercare per credere).

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