Kublai, il primo (o uno dei primi) progetto di governo 2.0 dell’amministrazione centrale italiana, si è conquistato velocemente una piccola visibilità internazionale. Dopo i due showcase con la Commissione Europea (EUPS20 e Wikicrats) e lo scambio francese, la settimana scorsa è stata la volta della Banca Mondiale, che riprende un’intervista che avevo rilasciato al blog americano Betterverse.
Man mano che si capisce che internet funziona bene per produrre beni pubblici, la conversazione sull’e-government 2.0 si globalizza. Le idee circolano rapidamente tra noi europei (il gruppo di EUPS20, o Headshift – peraltro recentemente acquisita da una società americana), americani (Sunlight Foundation) e asiatici (Futuregov), e mi sembra che ci sia un buon livello di fiducia reciproca. Forse c’è speranza.