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Booster: concerto e shutdown…

Con il concerto di ieri di BandaBooster (una band estemporanea composta di allievi del corso e da tre ex Modena City Ramblers oggi avviati ad altre carriere, cioè Cisco, Giovanni Rubbiani e io) finisce, per quanto mi riguarda, il progetto Booster. La serata è andata bene, ma con molte – troppe – assenze significative in teatro da parte degli operatori locali che sei mesi fa erano molto vicini a questo progetto. Anche chi abbiamo coinvolto – a pagamento – per aiutarci a organizzare il workshop non ha messo molto entusiasmo nella cosa: il sottotesto sembrava “OK, lavoro per questi di Booster ma faccio il minimo indispensabile, perché non si meritano niente.” Per me questo è un altro segno che abbiamo perso credibilità e “presa” sul territorio.

Però devo stare attento, perché ho paura di rimanere prigioniero di uno schema narrativo su Booster troppo appoggiato al famoso voltafaccia sul project work (ne ho parlato in molti post di questo blog, a partire da questo): prima andava tutto bene, poi ci siamo rimangiati un impegno preso pubblicamente e ci siamo giocati la credibilità e l’occasione di essere una vera forza di cambiamento a Pescara. Forse non sono obiettivo, e la mia delusione mi impedisce di vedere con chiarezza i segnali positivi. Marco mi sembra più o meno nella stessa situazione.

Per avere uno sguardo fresco su Booster ci siamo rivolti a Filippo Tantillo, economista, ricercatore all’ISFOL e docente all’Accademia dell’immagine dell’Aquila. Filippo ha un progetto interessante di sviluppare un linguaggio per raccontare lo sviluppo con lo strumento del video (l’ho coinvolto anche su Visioni Urbane, il video lo trovate qui); gli ho proposto di realizzare, insieme ai suoi studenti, un video su Booster. Filippo e i suoi ragazzi sono calati su Pescara in forze e hanno cominciato a intervistare la gente, sono molto curioso di capire cosa esce.

Una cosa che Filippo mi ha già anticipata è che gli allievi vivono Booster come una cosa che non è finita. Mancano in effetti le attività di project work gestite dagli altri partners, che però non hanno nessuna esperienza di organizzazione di attività musicali. Spero che abbiano capito che io non ho potere né responsabilità sulle attività non-The Hub.

le macerie di Booster

Appena terminata quella che per me è stata, almeno dal punto di vista emotivo, la peggiore settimana del progetto Boster dal suo inizio. Quella dove siamo ritornati, dopo 6 mesi di stallo, a cercare di realizzare (una piccola) attività in collegamento con la rete territoriale. Confrontandoci con la città ci siamo scontrati “fisicamente” con ciò che di Booster è rimasto: solo macerie.

Impressionante e devastante il confronto fra rapporti personali e di lavoro nel realizzare attività fino alla primavera ed ora. Ogni fiducia, entusiasmo o interesse verso il progetto dispersi. Nonostante tutti gli sforzi è risultato evidente come “non si possa lavorare con una persona, se lei non ha intenzione o voglia di lavorare per te”, se non ti sei guadagnato il suo rispetto (e forse anche, per questo tipo di progetti, se non c’è un obiettivo “alto” comune), non puoi obbligarla, non puoi pagare il suo impegno in denaro: i professionisti coinvolti hanno lavorato molto di più per il progetto gratis in primavera che ora retribuiti.

… e per ora preferisco fermarmi qui, perchè anch’io credo, come Alberto, di non essere obiettivo e sereno in questo momento. Meglio lasciar passare qualche mese…

… immerso in questi pensieri, passeggiavo lungo la spiaggia di questa città per me così importante, la sera prima del concerto, ripensando a quest’anno passato, alle persone incontrate, alle lezioni apprese, anche queste ultime, le più amare… sono arrivato al porto, poi alzando lo sguardo mi è venuta quest’idea strana e malinconica, di quelle che si dovrebbe trovare la forza di non seguire, ma io non ci riesco mai, e allora ho deciso di andarci, all’ex-Cofa (ex mercato coperto di Pescara), per vedere com’è fatto dentro, il luogo che avrebbe dovuto ospitare il nostro festival, e che probabilmente fra poco sarà demolito. Bellissimo. In un angolo, un carrettino con una palma, lasciata lì, dopo qualche festa. Umberto mi ha regalato un braccialetto, fatto da lui, con annodato un seme di palma di Pescara… Faccio qualche foto, poi riscavalco il cancello e torno in albergo.

Il giorno dopo il concerto, Banda Booster. Nessun esponente delle istituzioni presente, e solo i professionisti della rete retribuiti (neanche tutti). Unica presenza convinta e confortante quella di Giulio Berghella, presidente di Pescaraduepuntozero (“il solo obiettivo veramente raggiunto dal progetto”, dirà uno dei partners presenti). Le uniche energie positive venivano dal palco e dai ragazzi dell’Accademia dell’Aquila, che pur non conoscendoci erano molto interessati e cercavano di incoraggiarci… sì è anche parlato di possibili futuri, vedremo, cosa nascerà dalle macerie di Booster…

Dalla musica buone vibrazioni e qualche risposta, come sempre

Quietami i pensieri e le mani e in questa veglia pacificami il cuore.
Così vanno le cose, così devono andare.
Così vanno le cose, così devono andare.

(Clicca qui – più volte, se non funziona subito – per la musica di sottofondo a questo post)