Il Web 2.0 vs. Don Abbondio

David ha notato una cosa interessante: cercava su Wikipedia alcune parole chiave che hanno a che fare con le politiche europee (progetti o “buzzwords” come NESSI, Living Labs o digital business ecosystem). Le ha trovate, ma sono voci che “hanno problemi”, “potrebbero contenere affermazioni non verificate”, “sembrano pubblicità”). Conclusione (di David):

wikipedia and social software are very good in “cutting the crap”

Viene in mente Renzo che, nei Promessi Sposi, protesta per il tergiversare fumoso di Don Abbondio:

– Si piglia gioco di me? – interruppe il giovine. – Che vuol ch’io faccia del suo latinorum?

Ci ho riflettuto, e secondo me c’è una ragione precisa per cui questo accade. Nel web 2.0 tutti hanno diritto di parola; è, per definizione, un mondo “publish, then filter”. Per dare la possibilità a chi ci ascolta di farsi un’idea di quello che stiamo dicendo (e quindi filtrarlo) senza dovere investire troppo tempo e fatica, sta emergendo una netiquette che indica la forma breve come quella più appropriata: l’abstract e non il saggio, le slides e non il testo della presentazione, il video di tre minuti di highlights e non la versione integrale. La popolarità di formati come Pecha Kucha va, credo in questa direzione. Meglio abituarsi: i convegni in cui ti chiedono un intervento di un’ora ci sono ancora… ma è improbabile incontrarci gente interessante.

Questo, però, non è necessariamente una cosa facile. La mia esperienza è che quasi nessuno sa usare efficacemente la forma breve. Una presentazione di cinque minuti non è una versione concentrata di una di trenta, è proprio un’altra cosa. Mi sto esercitando. Per ora sono arrivato a dieci, anzi a 9’22”.

3 pensieri su “Il Web 2.0 vs. Don Abbondio

  1. Elena

    9.20 è già un buon tempo, soprattutto non hai parlato a velocità della luce per comprimere, ma i concetti sono chiari e c’è il tempo giusto per assimilarli.
    Bello! 🙂

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  2. ruggiero84

    Pensa che alla facoltà di economia a genova, per la discussione della tesi, che sia specialistica o triennale, si hanno solo cinque minuti. In verità poi se si contano le domande dei docenti si può arrivare anche a otto, ma di rado si chiude dopo i dieci minuti.

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  3. Alberto Autore articolo

    Ruggiero, questo mi pare eccessivo. La discussione di una tesi, per definizione, è un evento “filter, then publish” (nel senso che il relatore “filtra” ciò che lo studente produce prima di lasciarlo arrivare in commissione di laurea) e non viceversa! Mi sa che quella è solo pigrizia.

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