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Blog like it’s 2004 (Italiano)

Da diversi anni partecipo a vari social networks. Ma non ho mai smesso abbandonato i blog, nè come blogger nè come lettore, e non ho nessuna intenzione di farlo. Dopo settecento post e duemila commenti, sono molto grato al mio blog: mi ha messo in contatto con persone e idee che sono diventate importanti per me (tra l’altro, gli devo il mio lavoro attuale). Scrivere mi aiuta a organizzare i pensieri, e a non perdere il filo di un percorso che non è sempre lineare.

Ma sono anche grato ai blog altrui. Negli anni i blog che leggo sono cambiati quasi tutti (anche perché alcuni che seguivo hanno chiuso i battenti, come quello di Luca e Mafe); ma continua a piacermi il rapporto che ho con i blogger che leggo, certo intellettuale ma stranamente intimo. Nel confronto serrato e prolungato nel tempo con una persona e le sue idee mi sembra di riuscire meglio a fare crescere le mie. Voglio quindi dedicare questo post alla seconda generazione del mio blogroll, i blog che leggo (e commento) adesso, in pieno spirito del 2004 e della breve età dell’oro del blogging.

Sui temi delle politiche pubbliche Internet e del governo aperto continuo a leggere David Osimo. David scrive da Bruxelles, e ha una bella prospettiva europea, anche se nell’ultimo anno, credo preso da altro, ha scritto meno che in passato. Da qualche mese ha ripreso a scrivere anche Beth Noveck, dopo una lunga pausa durante la quale ha diretto il progetto open government alla Casa Bianca di Obama: spero non si stanchi di nuovo, il suo contributo è davvero importante.

Grazie a Dave Kusek e a Francesco D’Amato riesco a tenere nel radar anche l’economia industriale della musica, uno dei miei primi interessi professionali. Il primo, americano, insegna alla Berklee School e ha una prospettiva generale sulle tendenze di mercato; il secondo, italiano della Sapienza, si interessa in particolare di crowdfunding: su questo tema è diventato molto esperto. Leggo anche un paio di blog tecnologici: quello di Alberto D’Ottavi, uno dei primissimi blog che abbia mai letto, e quello di Vincenzo Cosenza, molto forte sul tema Facebook e social media.

Sono un lettore fedele anche di due blog non specialistici ma ben scritti e che mi fanno pensare pensieri per me insoliti. Uno è quello dello scrittore di fantascienza britannico Charles Stross: intelligente, immaginoso e speculativo come solo la migliore fantascienza sta essere. L’altro è stato aperto recentemente dall’economista italiano Tito Bianchi, una specie di Tristram Shandy dell’economia che salta con leggerezza da un argomento all’altro riuscendo sempre interessante. Infine, se usate Google Reader, vi consiglio di seguire Costantino Bongiorno (si autodefinisce “engineer and troublemaker”). È troppo timido per tenere un proprio blog, ma fa un ottimo lavoro di filtraggio e condivisione dei blog che si occupano di hardware hacking, Arduino e affini. Grazie, amici bloggers, continuate così.

E voi? Volete suggerirmi qualche bel blog?

Blog like it’s 2004

For a few years now I have been participating in various social networks. But I never abandoned blogs, neither as a blogger nor as a reader, and I have no intention to do so. After seven hundred posts and two thousand comments, I am very grateful to this blog: it put me in touch with people and ideas that have become important in my development (on top of everything else, I owe it my present job). Blogging helps me organize my thinking, and not to get lost while moving along a trajectory which is not all that linear.

I am also grateful to other people’s blogs. Over the years, my preferred reads have changed almost completely, as both my interests and those of my once-favorite bloggers shifted; but I continue to enjoy the relationship I maintain with the bloggers I do follow, certainly intellectual but strangely intimate. Long-haul, sustained engagement with the thinking of a bunch of smart individuals, seems to help me develop my own. So, I am dedicating this post to the second generation of my blogroll, the blogs I am reading and commenting now, in the spirit of 2004 and of the brief golden age of blogging.

As far as Internet-enabled public policies and open government I am still reading David Osimo. David is based in Brussels, so he has a usefully European perspective, though in the past year he has been writing less than previously. A few months ago Beth Noveck came back online, after a long pause from blogging due to her responsibilities with Open Government at the White House. I hope she keeps it going, it is a really important contribution.

Thanks to Dave Kusek and Francesco D’Amato I can keep the economics of mucis, an old interest of mine, in the radar. The former, America, teaches at Berklee and has a broad overview on market trends; the latter, Italian, teaches in Rome and has become a leading expert of crowdfunding for music projects. I also read a couple of Italian technology blogs.

I am also a faithful reader of two blogs that are not clearly specialized, but are well written and get me to engage with unusual trains of thought. One is that of the British science fiction writer Charles Stross: smart, imaginative and wittily speculative as trhe best science fiction can be. The other one was started relatively recently by Italian economist Tito Bianchi, a sort of Tristram Shandy of economics that moves nimbly from topic to topic in an engaging way. Finally, if you use Google Reader, I suggest you follow engineer and troublemaker Costantino Bongiorno: He is too shy to keep his own blog but he is doing an excellent job of filtering and sharing blogs about hardware hacking, Arduino and related topics.

What about you? Do you have any blog to recommend?

Wikicrazia: Legion of Superheroes (Italiano)

La prima presentazione pubblica di Wikicrazia avverrà martedì 21 settembre alle 14.00 all’Urban Center di Milano (Galleria Vittorio Emanuele). L’evento fa parte della Social Media Week ed è condotto da Mafe de Baggis (anche su Facebook).

“A chi facciamo scrivere una prefazione?” Quando l’editore ha deciso di pubblicare Wikicrazia, mi ha fatto questa domanda, a cui non avevo assolutamente pensato. Mica facile: i giornalisti — quelli famosi, almeno — tendono a non avere né competenze né interessi sui temi di cui il libro si occupa; i politici sono di parte, in fondo è il loro mestiere, mentre io ci tengo molto al mio profilo di tecnico al di sopra delle parti.

La soluzione è stata una mossa laterale: la prefazione non c’è. Ci sono invece brevi testimonianze di persone che mi conoscono e che hanno scambiato con me idee e esperienze sulle politiche pubbliche al tempo della rete. Ne ho raccolte otto: una vera Legione dei Supereroi delle politiche pubbliche in rete. Sono davvero orgoglioso di potere ospitare i loro contributi sul mio libro, e di potere dire “Ehi, io con queste persone ci parlo! Sono i miei colleghi!“. Eccoli, in ordine alfabetico:

  • Beth Simone Noveck. Insegna alla New York School of Law e dirige Peer-to-Patent, il “progetto madre” 2.0 dell’amministrazione federale americana (mi piace pensare che Kublai possa svolgere un ruolo simile in quella centrale italiana). È anche l’autrice di un libro sull’argomento, uscito nell’estate 2009, proprio mentre scrivevo Wikicrazia, e che si chiama Wiki Government! Insomma, seguo le sue orme. Adesso ha un incarico prestigioso (vice Chief Technology Officer) nell’amministrazione Obama.
  • David Lane. Americano, probabilista, è membro del Science Board dell’Istituto di Santa Fe per lo studio dei sistemi adattivi complessi, dove è stato anche responsabile del programma di economia. Parlo spesso delle sue idee in questo blog, perché è uno degli scienziati che ammiro di più e con cui spero un giorno di poter collaborare. Da qualche anno vive e insegna in Italia, in particolare all’Università di Modena e Reggio Emilia.
  • David Osimo. È uno dei più accreditati esperti europei di e-government 2.0. Ha lavorato per la Commissione Europea, e ora dirige una sua società a Bruxelles. Alcuni di voi lo conosceranno per la sua lectio magistralis al Forum P.A. di quest’anno.
  • Filippo Solibello. È forse il più famoso del gruppo, perché da anni conduce Caterpillar, un programma radiofonico di grande successo su Radio RAI 3. Condivido con lui molta musica e la voglia di raccontare il mondo a partire dalle cose che funzionano invece che dallo scandalume vario.
  • Gilda Farrell. Dirige la divisione Social Cohesion Research and Development al Consiglio d’Europa. Ha una mentalità internazionale e un approccio molto favorevole all’innovazione nella pubblica amministrazione.
  • Giulio Quaggiotto. Lavora alla Banca Mondiale a Washington. Si occupa di sviluppo trainato dal settore privato, e scrive su uno dei miei blog pubblici preferiti.
  • Marco Magrassi. Ex MIT, ex Banca Interamericana di Sviluppo, ex campione di windsurf, oggi è in forza all’UVAL al Ministero dello Sviluppo.
  • Tito Bianchi. Anche lui ex MIT, anche lui componente dell’UVAL, è il mio referente per Kublai e mio coautore.

A tutti loro va un GRAZIE grande come una casa. E via, più veloci della luce! 😀