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La lunga strada di Second Life

 Nevicata a Kublai - Stex, Criscia, Mr. Volare

Con il nome di Mr Volare – richiamo inequivocabile all’Italia e alla musica – frequento Second Life dall’estate 2006. Questo, immagino fa di me un veterano: due anni e tre mesi sono un tempo molto lungo sulla rete. Eppure, come i miei amici SL-entusiasti sanno, ho sempre mantenuto un certo distacco dalla scena SL, distacco al quale non è estranea una certa dose di scetticismo. In fondo sono rimasto un novellino (un niubbo, come si dice in SL italianizzando il termine inglese newbie): “Mr Volare, niubbo – dal 2006!”.

Ma cosa c’è che non mi convince in Second Life? In parte il fatto che – come tutta la rete, e come molte manifestazioni sociali dell’umanità – SL è essenzialmente un posto dove si cazzeggia, si flirta, ci si sfancula. Io sono forse un po’ meno incline di alcuni miei simili a svolgere queste attività in pubblico, e quindi fare “i ragazzi del muretto” tecnologici non mi diverte. Però – come nella rete in generale – anche in SL vi sono spazi di discussione e approfondimento, e quelli sì che mi interessano! E’ partito Giuseppe con unAcademy, introducendo nel nostro ambiente il formato “conferenza-lezione in SL” che funziona benissimo per discutere, informarsi, condividere. Oggi, con variazioni, lo usa Mario per Brain2Brain e noi stessi per alcune delle iniziative di Kublai. Frequentando questi luoghi ho conosciuto persone che sono diventate importanti per me, sia sul piano professionale che su quello personale: Elvira, Elena, Roberta, Fabio, Cristina, Walter, Nino

Trovati spazi e persone congeniali, rimaneva l’altro problema di SL: la sua forte autoreferenzialità (anche questo, a dire il vero, molto vicino ad alcune parti del web). Alcuni utenti – i cosiddetti immersionisti – dichiarano apertamente di stare in SL per vivervi una vita completamente separata da quella fisica, e preferiscono parlarti solo di SL e di ciò che vi accade. Ma anche molti altri, che invece usano SL in modo integrato al web e alla loro vita fisica – gli aumentazionisti – mostrano una strana riluttanza a usare SL come leva per agire nel mondo. Ho visto alcune belle esperienze nate in SL – come il museo delle mondine, a cui ho partecipato di persona – venire abbandonati nonostante il potenziale di sviluppo evidente al di fuori di SL (per esempio, una land tematica sulla memoria con l’ANPI e il Museo Cervi. Poteva essere una cosa su cui ricavare un po’ di denaro e fare un po’ di innovazione estetica, no?).  E’ quasi come se tutto si muovesse per mode, e il gioco fosse essere sull’ultima moda invece che darsi il tempo di sviluppare la propria cosa e di cercare di avere impatto.

Ultimamente mi sembra di intravedere una via per uscire da questa situazione, e trovare un posto vero, importante, a SL nel mio repertorio di media sociali. E’ nato tutto abbastanza per caso, con un seminario molto ben riuscito di Kublai all’Università Federico II di Napoli: la formula è quella – molto aumentazionista – del meshup tra SL e RL. In quel caso, io partecipavo attraverso Mr Volare, che se ne stava al Porto dei creativi in SL e si rivolgeva all’avatar del docente. Dall’aula RL mi vedevano attraverso quest’ultimo e un portatile con una chiavetta HDSPA collegato a uno schermo gigante. La cosa è andata tanto bene da essere rapidamente replicata in altre due situazioni.

Ieri sera, dopo Kublai before Christmas ne parlavo con Stefano. Anche lui sente SL un po’ stretta se pensata come ambiente autosufficiente (“qui siamo a Topolinia – diceva – io voglio stare nel mondo”), e non è quindi sorprendente che abbia riflettuto a lungo sulle tecnologie per creare questi meshup SL-RL. Mi ha promesso un “canale di ritorno”, che era la cosa che mancava nei tre incontri di Kublai: uno schermo che possiamo mettere nel nostro spazio SL attraverso il quale guardare la sala RL, per capire meglio le reazioni che stai avendo nei tuoi interlocutori. Credo molto in questa roba: meshup tra RL e mondi metaforici basati su tecnologia semplice ed economica e su una buona comprensione dell’uso sociale del mezzo. Meno viaggi, meno costi, più accesso.

Chissà che non valga la pena sperimentare una modalità meshup per il Kublai Camp di gennaio. Interessa a qualcuno, oltre a me? Magari è la volta che la smetto con ‘sta storia del niubbo.

Come fare un concerto in Second Life

Il pubblico vola intorno al palco al concerto dei FF in Second Life

Una volta risolti tutti i problemi tecnici sia inworld (fare gli avatar, trovare gli strumenti e le animazioni, costruire il palco…) che in real (organizzare la catena del suono dai nostri strumenti al server di streaming), il concerto di ieri sera in Second Life è stato divertente ed emozionante. “Sentivamo” il pubblico, “sembrava di essere lì”. La sensazione è più o meno quella di fare un live in radio, ma forse più divertente perché percepisci il pubblico. E’ andata anche bene: SIM piena, tutti contenti.

Ho pensato di condividere qui la soluzione che abbiamo trovato per fare concerti “veri” (non streaming di files audio preregistrati, come fanno quasi tutti in SL). Eccola:

  1. la band si è riunita in uno studio (Casamedusa a Milano). Il segnale veniva mandato dall’uscita del mixer ad una scheda audio collegata a un PC su cui avevamo installato WinAmp e Shoutcast DSP, un plugin di WinAmp per le streaming audio.
  2. abbiamo comprato un servizio di streaming specializzato per SL basato su Shoutcast. Si compra a tempo e a numero di avatars “serviti”: noi abbiamo preso 24 ore per 50 avatars (la capacità di Genesi Italia è 40 avatars) a 700 Linden. Quando paghi, il servizio ti dà i parametri di configurazione sia di Shoutcast DSP per l’upload dei dati audio che della land, che va così a leggere il feed del server affittato. La qualità del suono è stata giudicata buona.
  3. Gli avatar venivano animati da altre persone, non da noi, per lasciarci liberi di concentrarci sulla musica. Noi avevamo però scelto le animazioni, gli strumenti eccetera.
  4. Nella sala ripresa dello studio insieme a noi avevamo un laptop collegato al wi-fi dello studio, in cui abbiamo loggato un avatar “spettatore” con vista sul pubblico. Questo ci permetteva di vedere cosa succedeva in world e di interagire con il pubblico (“ehi, state davvero scatenandovi! Dai, volate intorno al palco!”). L’ADSL reggeva benissimo lo streaming più un avatar loggato contemporaneamente.
  5. Nella cabina regia, c’era Ginevra con un altro laptop, collegato a internet via UMTS per non consumare banda e loggato con l’avatar di Roberta, la cantante. Oltre ad animarlo, lei aveva il compito di avvisare noi e il fonico in caso di problemi.

La cosa che credo andrebbe migliorata è proprio l’interazione con il pubblico. Intanto ci vorrebbe uno schermo molto più grande da tenere in studio per veder meglio cosa succede inworld; e poi bisogna imparare a interagire in presenza di una notevole latenza nello streaming. Settando DSP con gli stessi parametri usati dal server (128 kps, 44.1 KHz, mono) avevamo una latenza di circa 15 secondi: cioè, una nota suonata in real si sentiva in world 15 secondi dopo. Questo significa che si comunica non dialogando, ma cercando di gestire le emozioni: prima ci si scalda un po’, poi ci si scatena, poi di nuovo si rallenta per l’ultimo pezzo.

Roberta è stata bravissima a mischiare gergo SL e rituale del concerto (“Vi divertite, cari i miei niubbi? LOL!”), e anche il pubblico è stato al gioco. Tranne alla fine, quando ha continuato a ballare pazzamente su una Bella ciao lenta e atmosferica! Però stiamo imparando, tutti…

Un mega grazie a chi ci ha aiutato a fare questa cosa, e na preghiera: mi mandate eventuali foto/video ecc.?

Francesco, Velas, Emiliano, Junikiro, Joey, Rosa, Ginevra, Eliver, Tonino, Asian e tutti i volontari della Festa.

How to play live in Second Life

Il pubblico vola intorno al palco al concerto dei FF in Second Life

Once we had dealt with the technical issues both inworld (build acceptable avatars, find instruments and animations, build the stage…) and in RL (organize the signal channel from our RL instruments to the streaming server), yesterday’s concert in Second Life was emotional and fun. We “felt” the audience, it felt “like being there”. The vibe is more or less that of a live-on-the-radio performance, maybe more fun because you can actually see the audience and interact with them. It was a success, too: we had a full sim and everyone was happy with the experience.

I thought I’d share here the solution we found to do a “real” live show (not just streaming of prerecorded audio files, as most people do in SL). Here it is:

  1. the band gathered in a recording studio (Casamedusa in Milan), The signal from the studio main board was routed to a USB audio interface connected to a PC on which WinAmp and Shoutcast DSP (a WinAmp plugin for audio streaming) had been installed.
  2. we bought time on a SL-specialized streaming service based on Shoutcast. You pay according to time and number of people served: we bought 24 hours for 50 avatars for 700 Lindens. When you pay, the service gives you the config parameters for both Shoutcast DSP and the SL land (which needs to read the music stream from that server’s feed). The sound quality was found to be quite good.
  3. our avatars were steered by other people, leaving us free to concentrate on the music. We, however, had chosen animations, instruments etc.
  4. In the performance room, standing net to us, we set up a laptop logged into SL (via the studio wi-fi) as a “spectator” avatar, allowing us to see the audience inworld and interact with it. (“Hey, you really are raving like there’s no tomorrow! Let’s all fly around the stage!”). The ADSL can take the audio streaming plus one logged-in avatar no problem.
  5. in the control room of the studio there was Ginevra with another laptop (this one logged onto the net via UMTS, in order not to burden the bandwidth) logged onto SL with our vocalist Roberta’s avatar. Besides animating it, she was charged with monitoring the inworld audio and reporting any problems to the engineer.

What I think we should try and improve is interacting with the audience. We’d need a much bigger screen in the studio to have a better feeling of what happens inworld; also we need to learn to interact in the presence of significant streaming latency. Setting DSP to the same parameters as the server (128 kps, 44.1 KHz, mono) we had about 15 seconds latency: that is to say, a note we played in RL would be heard inworld 15 secs later. This means that we could not communicate by talking and responding, but only trying to steer the emotion f the performance: warmup first, then full power on, then slow at the very end.

Roberta was great in mixing SL lingo and live concert ritual (“Are you having find, my dear newbies? LOL!”) and the audience really dug it. Except at the end, when we played a solemn, atmospheric Bella Ciao and everyone was still running wild dancing anims. We all need to learn…

Francesco, Velas, Emiliano, Junikiro, Joey, Rosa, Ginevra, Eliver, Tonino, Asian e tutti i volontari della Festa.