Ciao, vuoi comprare il mio amico? Social networks e pubblicità

Copertine di Pattern recognition

Una certa Leyna (26 anni – donna – Southlake Texas, Stati Uniti) ha mandato questo messaggio sul Myspace dei Fiamma Fumana.

Now you no longer have to spend many hours per day to promote your music
on the net.
All YOU have to do is to focus on your music and our E-TEAM will take care of the rest!
Our E-Team has over 9’000 members and continues to grow 5 to 50 new members daily. Each of our E-Team members has a personal MySpace profile
and handles around 40 contacts per day.
This kind of promotion strategy works very effectively with both established artists/bands and with developing ones. In the other words, we are using ‘word-to-mouth’ system, meaning when a member of our E-Team keeps direct contact with a potential fan, it also has a chain-reaction effect.

What You Can Get:
* 350 targeted (fans of your music genre) friend requests daily
* We do not require access to your MySpace account and guarantee that
your account will not be blocked or deleted.

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Insomma, Leyna mi vende i suoi amici Myspace: li convince a chiedere l’add ai Fiamma Fumana, in modo che il gruppo li possa trasformare in clienti paganti. Non c’è da stupirsi, anzi. Tommaso Fabbri e io ci siamo occupati di marketing virale nel settore della musica nel 2003-2004 (abbiamo anche pubblicato un articolo su Economia e management), e Myspace – il principale social network orientato alla musica è un medium assolutamente naturale in cui ambientare operazioni di marketing virale. Quasi quasi mi compro una campagna, vediamo se riesco a vendere qualche disco o qualche concerto in più.

C’è qualcosa che mi impedisce di farlo. E questo qualcosa – per quanto possa sembrare stupido ed economicamente irrazionale – è che non mi piace l’idea che, tra le decine di persone con cui ho scambi liberi e disinteressati online, ci sia qualcuno che parla con me perché è pagato per cercare di vendermi qualcosa. Naturalmente non posso evitarlo: il fatto che io mi rifiuti di incoraggiare questa forma di pubblicità non la fermerà. Mi sento un cittadino della rete, e ho un forte interesse a mantenere relativamente libero da interessi commerciali lo spazio sociale in cui vivo; esistono certamente uomini marketing che non condividono questo mio interesse, e per i quali una rete orientata alla comunicazione pubblicitaria è un valore invece che un disvalore.

So molto bene che il marketing virale è un paradosso, e che non c’è modo di tracciare una linea che separi nettamente il fan che, dopo anni di devozione, prende un compenso simbolico per gestire il sito del suo artista preferito e il membro dello street team. In un certo senso dovremmo essere contenti: dopo quasi dieci anni dal Cluetrain manifesto le aziende (le band) parlano ai mercati con voce umana, e la voce è quella di Leyna (26 anni – donna – Southlake Texas, Stati Uniti).

In teoria, perché poi il messaggio di Leyna usa un marketingese lievemente sgrammaticato (word-to-mouth?!?) che mi comunica un’impressione di bassa qualità, coinvolgimento zero e me la rende molto, molto antipatica. Non le affiderei mai la mia musica da diffondere: il marketing virale non si fa così, bellezza.

Add rifiutato. Per questa volta. Ma il problema rimane: non voglio passare il mio tempo in rete a chiedermi se il tipo simpatico appena conosciuto sta cercando di vendermi un cellulare o un viaggio, come in Pattern Recognition di William Gibson.

19 pensieri su “Ciao, vuoi comprare il mio amico? Social networks e pubblicità

  1. Luca

    I nodi vengono al pettine. Add che? Add cosa? Se ci si mettesse a contare i commenti non-spam, chiunque, anche un bambino si accorgerebbe che sono persone reali.
    Diffidate sempre dai facili amici, veri e virtuali.
    Potrebbero fare il lavoro di Giorgio Mastrota o del Cavaliere B.

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  2. Francesco

    Su Myspace se ne vedono ti cottiche e di crude… avevo già ricevuto proposte come quella di Leyna (26 anni – donna – Southlake Texas, Stati Uniti), sempre rifiutate con rassegnazione. Nel web i markettari sono tanti quanti nel mondo reale. lol
    Recentemente a tal proposito mi sono imbattuto in un modello di business quantomeno curioso, ammesso che si tratti di un modello reale e che non sia una bufala…

    Mi contatta il giovane Lil Fats da Portland, Oregon, Stati Uniti, con una interessantissima proposta per me: vuole far uscire un mio pezzo sul CD compilation distribuito dall’hip hop magazine di cui è CEO/Owner/Artist. Così vado a dare un’occhiata a “Coast2Coast” (http://www.myspace.com/c2cmixtapeseries http://www.coast2coastmixtapes.com) e a prima vista vedo soltanto i grossi nomi riportati dalle patinatissime riproduzioni delle copertine… Grandmaster Flash, B-Real dei Cypress Hill… anche se noto che nello spazio dei commenti ci sono parecchi spam e pochi amici che gli fanno i complimenti e lo ringraziano per l’add… I miei dubbi si infittiscono quando, alla mia richiesta via mail di maggiori info, mi trovo a leggere una lunga risposta automatica:

    We are interested in letting you feature one of your songs on our upcoming project, “Def Jam’s DJ DMA & Shadyville’s DJ Domination Present: Coast 2 Coast Mixtape Vol. 20 – Hosted By Jae Millz” If you get 100 copies of the mixtape, you can get your track on it. We give away over 10,000 mixtapes per volume and we also send copies to our exclusive list of over
    1,000 major and independent DJs worldwide. […]
    To get the spot, we need your track and payment for your 100 copies before the
    deadline at midnight on Saturday, February 23rd. The copies are $4 each including
    shipping so it’s a total of $400. (It is an extra $100 if you need international
    shipping, making the total $500 if you are located outside of ths U.S.) The track
    that you want to use is up to you and as long as you get your track and payment
    in before the deadline, your spot is guaranteed. Payment needs to be sent via
    Paypal.com to: […]
    We only offer this spot to 2 artists each day and out of those only the serious
    ones who get everything in before the deadline actually get a spot. Please
    understand that all talented independent artists that we offer this to – “say”
    they will get 100 copies just to get on a major mixtape – but hardly any of them
    actually will. That is why we have to make sure you purchase the mixtapes
    upfront. […]

    In pratica con soli $500 posso realizzare il mio sogno di stare su un mixtape insieme a Busta Rhymes, Talib Kweli, Kool G Rap, Nate Dogg e Fat Joe. Tutti nomi che hanno segnato la mia adolescenza.

    Non ho risposto a Lil Fats, e sono rimasto con il dubbio insoluto sulla veridicità dell’intera faccenda. Anche se ha tutta l’aria di essere una truffa bella e buona, sfruttare il traino di grossi nomi come testimonial per attirare ed alimentare le aspettative dei giovani emergenti potrebbe essere un buon metodo, seppur discutibile, per autofinanziarsi e ingrassare tasca, nell’ambito di una relazione win-win in cui l’artista è contento della visibilità e del prestigio dato dai nomi presenti su magazine e CD, e Lil Fats è contento perchè può comprarsi tanti cappellini New Era abbinati al colore delle Jordan. Praticamente come vendere uno spazio pubblicitario fatto di bit e minuti. Niente di nuovo sotto il sole…

    p.s. in linea generale, diffidare da tutti quelli che hanno TOM nella top friend è il primo livello del Voight-Kampff per riconoscere i replicanti… (in questo caso Lil Fats è un Nexus6…) :mrgreen:

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  3. Alberto Autore articolo

    Francesco, piacere di conoscerti! E grazie per il tuo contributo. A leggerlo, in realtà mi pare che il “dubbio insoluto” tu l’abbia risolto eccome. Per quello che vale, secondo me hai fatto bene: moolto prima di Myspace, quando i giovani artisti di belle speranze mi chiedevano consigli su questa roba, la mia regola uno (e quasi unica) era: NON PAGARE MAI PER PUBBLICARE LA TUA MUSICA. Così facendo togli a chi pubblica qualsiasi incentivo a provare a farla girare: perché mai dovrebbe darsi il disturbo, visto che il suo cliente – tu – l’ha già pagato?

    E poi scusa: a sentire la tua musica sembra che il tuo idolo sia Autechre, mica Busta Rhymes.. :mrgreen:

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  4. Vale

    Quello che non mi convince di myspace è che è quasi impossibile distinguere chi ti chiede l’add perchè gli interessi da chi te lo chiede solo per ottenere visibilità…

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  5. Salvatore

    Caro prof da quanto tempo! In effetti il suo “mantenere i contatti/sfruttare il master” non è stato ancora bene assorbito, ma ci rifaremo…..
    Da quanto ho potuto leggere nell’articolo e nei commenti, credo che emerga una posizione condivisa di rifiuto di modelli torbidi di promozione (“emergenza”…mi fischiano le orecchie….). Questo tema del myspace sta, a titolo personale, ricevendo una visibilità esagerata. Per quanto riguarda le mie abitudini di fruizione musicale, giusto per fare un esmpio, è altamente difficile che la richiesta di un add possa richiamare la mia attenzione, spesso anzi rifiuto per il semplice fatto che accettare così significherebbe creare ulteriore “rumore” tra i miei amici di space, ritornando in quel guazzabuglio in cui si sente di tutto ma non si ascolta niente…
    La musica è una conquista..non è lei a venire, siamo noi che dobbiamo andarcela a prendere. Lo space può essere un buon mezzo di riscontro immediato di qualità( di un gruppo nominato in un articolo, recensione o cmq di un gruppo scovato casualmente sullo stesso myspace) ma non deve trasformarsi in un urlo tra le urla, purtroppo io sono ancora troppo legato alla scoperta tradizionale data dalla cassetta passata dal tuo bassista….
    E questo è quanto…scusate l’intervento anacronistico!

    Ps : compriamo ancora i giornali rosa il giovedi, ma sono gazzette dello sport 😉

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  6. Irene

    Bè, professore, bisogna ammettere che, al di là della questione “etica” del fatto che “non piace l’idea che, tra le decine di persone con cui ho scambi liberi e disinteressati online, ci sia qualcuno che parla con me perché è pagato per cercare di vendermi qualcosa”, la proposta di Leyna, può essere per molti gruppi,che magari fanno fatica a farsi notare, una buona opportunità ma soprattutto molto allettante!
    In fondo è vero: myspace è ormai diventato quasi come un “biglietto da visita” dove è possibile capire, almeno in parte, senza il bisogno di esporsi, magari chiamando o parlando personalmente, chi c’è dall’altra parte e con chi abbiamo a che fare…
    E’vero anche che però poi dal vivo…le cose sono mooolto diverse!
    Ma come ben sappiamo il “problema” della rete rimane lo stesso…siamo in un mondo virtuale!Quindi come farai mai a sapere se la persona che c’è dall’altra parte, a meno che tu non la conosca di persona, non stia facendo i SUOI interessi??
    Saluti a tutti! 😉

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  7. Alberto Autore articolo

    Ciao ragazzi, vedo che partecipate alla discussione, mi compiaccio.

    Irene, non c’è niente di male se NumberOneMusic fa i suoi interessi. Potrei anche comprare il loro servizio, se mi convinco che mi serve, perché anch’io faccio i miei. Ma, come vi ho spiegato a lezione, il marketing virale è una cosa complicata che deve amministrare il paradosso di fare girare la voce da consumatore a consumatore, sfruttando e valorizzando tendenze che già ci sono. La comunicazione in aziendalese (per giunta in inglese! e se il mio mercato fosse prevalentemente in Italia?) di Leyna mi fa essere molto pessimista sulla capacità di questa gente di promuovere bene la mia musica: questa Leyna non sembra neanche una persona vera che lavora per un’azienda sembra – ha ragione Francesco – un Nexus 6!

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  8. Michele

    Beh, secondo molti nel web 2.0 l’adv sarà “contenuto” di per sé, quindi il confine tra pubblicità e contenuto rischia (se è un rischio) di diventare sempre più labile… Certo è che se l’adv viene personalizzato allora potrebbe pur essere utile, se viene lanciato e spammato in ogni dove è solo spam appunto.
    Cioè se mi contattasse qualcuno per dirmi “hei io ascolto art-rock simile a quello che fa il tuo gruppo ed ho una comunità di 350 amici che come vedi mi scrivono di continuo e su cui ho una reale influenza….” aldilà dell’etica mi sentirei solleticato…
    Ma certo, se mi scrivono da austin in texas per mettere un brano in italiano su una compilation di rappers americani, booooo…

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  9. Alberto Autore articolo

    Michele coglie nel segno, perché il suo esempio mantiene una sua “non riducibilità” alla pubblicità pura e semplice. Fare marketing virale significa gestire un paradosso tra processo controllato dall’alto e passaparola autogenerato dal basso. La proposta di Leyna, invece, secondo me è pura e semplice pubblicità, che fatta in un social network rischia di essere promozione negativa (perché è contraria all’etica “social”) invece che positiva.

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  10. Jelena

    Hello caro prof 😉
    Concordo che questa virtual-cowgirl Leyna ha sbagliato mestiere… se fossi musicista a questa non darei manco una lira/euro/dollaro/dinar per promuovermi.. la gente che ha 1/2 grammo di cervello, leggendo la proposta (me lo permetto – proposta di merda) capisce subito che e’ una stupidagine. Esistono ed esisteranno sempre quelli senza cervello – che si fidano di qualsiasi idiota che dice che fara’ di loro il prossimo Elvis..e il massimo al quale arrivano sono 3 rige nel giornale locale, un sito, e 23secondi sulla tv locale..
    Michele mi ha letto nel pensiero.. e’ quello il punto – esistono persone online/offline che influenzano il circuito nel quale si trovano. Le persone parlano e quasi sempre quello che vale la pena sentire – si sente!
    Parere personale: le persone che per professione, partendo da zero conoscienze online/offline, cercheranno di essere affidabili nel promuovere musicisti in modo in cui lo fa la povera texas cow, non ci riusciranno mai e poi mai!
    Ciao a tutti :mrgreen:

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  11. Jelena

    Ho dimenticato di aggiungere.. visto che la cow propone “word-to-mouth” io ho apro una scuola di pensiero tutta mia: MKTG TtB (le sigle vanno di moda) ovvero Marketing Tought to Brain!
    Siete tutti invitati ad iscrivervi! 5euro a testa, prego! 😈
    (qualcuno deve pure rimborsare il master..no?)

    Bye bye

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  12. Michele

    Purtroppo c’è una cosa da cui non si fugge, e quindi vorremo invece sempre trovare qualcuno che ci riesca per noi: il passaparola è faticoso, costoso, poco produttivo a breve (e quindi poco perseguibile, a men che uno non lo fa per piacere e ha ore da perdere). Forse poco produttivo acnhe a lungo….
    Alzi la mano chi non ha pensato di fare un blog ed essere letto da migliaia, per poi abbandonare l’impresa… la verità è che si muovono sassolini.
    Tra migliaia di altri sassolini!! E poi, per passar dai sassolini, ai numeri, e poi all’ oro, hiiiiiiii….

    Ormai i contenuti sono creati da tutti per tutti. Come se ne esce? Io per primo dico: coi contenuti. Musica forte che si “traghetta” da sola. Però, se il nostro “mestiere” è il marketing, ci dovremmo fermare agli strumenti…
    Io dico che la cow-girl vuole euri aggratis, ma certo ci vorrebbero dei vaccari tosti, in grado di far pascolare i musici in prati verdi… voglio dire, anche promuovere un gruppo con un blog, invece che la tv, alla fine porta pasti striminziti, sebbene moooolto più cool e moderni…
    Mi spiego (seppure a mio personalissimo malo-modo)?

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  13. matteo

    Caro professore e cari miei compagni di master e non… 🙂

    Concordo con la scetticità verso la texana, credo che nessun sano di mente affiderebbe ad una sconosciuta (texana x di + eheh) la promozione della propria “arte” tramite una piattaforma come myspace, tanto meno a pagamento.

    Parlando da myspace attivista abbastanza convinto devo dire che non mi faccio molti problemi ad addare o richiedere amicizia a persone che non conosco o di cui non apprezzo la musica, sicuramente non compariranno nella mia top ma niente di male a vedere ampliarsi il numero degli amici e delle visite sulla mia pagina.
    Nel caso in cui una texana si presenti e mi chieda soldi per fare promozione a me e/o a quello che faccio allora negare l’add mi sta bene.

    Utilizzo myspace principalmente per promuovere quello che faccio con la musica e, al momento, é il mio vettore promozionale preferito: é <>, lo customizzo come voglio, ci metto le mie foto, ci “suono” i miei mixtape, con spyder seleziono pure le persone a cui voglio comunicare (evitando cosi’ di passare x uno spammatore pazzo)…..
    Per come la vedo figure come quella di Leyla sono inutili, a prescindere dal fatto che sia Texana o di Pisa (e magari pure mia amica); con un investimento di tempo di qualche ora e con qualche dollaro per comprarmi un software come spyder, la campagna su myspace la faccio io…e soprattutto come pare a me!!!!
    Magari la dico grossa, ma a me sembra che stiamo tornando ad una logica del tipo DIY (do it yourself), dove quello che conta é cmq il rispetto e l’attendibilità che ti crei in una scena/network di tuoi simili grazie al tuo talento e al tuo modo di proporti.

    Ciao amigos 😯

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  14. Alberto Autore articolo

    Hai ragione, Matteo, siamo in pieno clima di DIY. E questo va bene: quando tu promuovi la tua musica ci metti l’anima, ci credi e questo si sente (ma ci sono dei limiti a ciò che puoi fare da solo). Il problema è cosa accade se a promuoverla è qualcun altro, che invece si capisce benissimo che non ci crede.

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  15. Jelena

    Caro prof,
    a dire il vero io la mia musica a uno/una che non crede principalmente in me e poi, naturalmente, nella mia musica non lo sceglierei mai come promoter, manager o come qualsiasi altra figura che porta avanti la mia carriera…
    Il vero problema, secondo me, e’ che la gente che suona non trova la forza (con tutti questi stimoli che ci sono intorno, figuriamoci) per andare avanti. Porte chiuse ovunque sono deprimenti.. Io dico che la multimedialita’ come “the next best thing” della globalizzazione/nuova era/anni ’00 si copia anche sugli individui..devi essere capace di fare piu’ cose, di avere piu’ professioni, piu’ interessi..e poi una volta stabilita la strada lotti con tutto il cuore di ottenere quello che vuoi..e preghi 🙂
    ..magari sono ingenua pero’ io la vedo cosi’.. ho torto?
    ciao ciao a tutti
    (milena vuole bene a matteo)

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  17. marco

    anche a me è arrivata la richiesta di coast 2 coast mixtapes, ho cercato informazioni in rete e ho trovato questa pagina… provvedo a rifiutare l’add

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