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Il ritorno degli (splendidi) quarantenni

My foreign readers may not be familiar with the fact that I used to be some sort of, er, minor rockstar: I used to play in a reasonably successful band in the 90s. Together with two ex-war buddies, we did an acoustic tour earlier in the year, just for the hell of it. It turned out to be a lot of fun and surprisingly successful, so, by popular demand, we are doing another round. Kind of an OT, really.

Il tour acustico che ho condiviso a febbraio-marzo con Cisco e Giovanni Rubbiani, vecchi compagni d’arme nei Modena City Ramblers, era veramente una piccola cosa: due chitarre, una fisarmonica, la voce di Cisco e qualche coro. Sul palco, tre antidivi che più antidivi non si può, a ostentare orgogliosi rughe e segni di quelle che abbiamo preso e quelle siamo riusciti a dare indietro. Eppure è stato, pur su piccola scala, un successo, e ci siamo trovati – a grande richiesta, si diceva una volta – praticamente costretti a mettere in programma un altro giro di date. Anche queste saranno acustiche, in trio, roba tranquilla per noi signori di mezza età. Anche a queste i e le quarantenni sono particolarmente benvenuti, quindi cominciate a prenotare la baby sitter e mettete in conto di arrivare in ufficio un po’ arruffati e in debito di sonno, per una volta non muore nessuno, suvvia. Le date, per ora sono queste:

  • 21 Novembre 2010, Pavia – Spazio musica
  • 25 Novembre 2010, Carpi (MO) – Auditorium San Rocco
  • 27 Novembre 2010, Macerata Feltria (PU) – Teatro Battelli
  • 28 Novembre 2010, Urbania (PU) – Teatro Comunale
  • 30 Novembre 2010, Milano – Salumeria della musica
  • 4 Dicembre 2010, Empoli (FI) Palazzo delle esposizioni
  • 11 Dicembre 2010, Roma – Auditorium
  • 13 Dicembre 2010, Parma – Teatro delle Briciole
  • 17 Dicembre 2010, Torino – Folk Club
  • 18 Dicembre 2010, Tavazzano con Villavesco (LO) – Teatro Nebiolo
  • 22 Dicembre 2010, Calatafimi (TP) – Teatro Alhambra
  • 22 Gennaio 2011, San Giovanni Lupatoto (VR) – Teatro Astra

Indirizzi, contatti e informazioni varie sono sulla pagina Facebook.

E a gennaio prenderemo il treno per Auschwitz della Fondazione ex Campo di Fossoli. To’ mo.

“Cari 40enni…”: lettere dopo il concerto di Milano

Cari “splendidi quarantenni”,

ho chiesto i vostri recapiti a Gio per dirvi grazie grazie grazie. Il concerto di giovedì è stato davvero emozionante e divertente.

La formazione in trio mi ha entusiasmata, è intima e travolgente, si respirava la vostra empatia, la disinvoltura e il fatto che voi per primi vi stavate divertendo.

Sarà che anch’io ormai ho quasi quarant’anni ma il leitmotiv della serata mi ha conquistata e ringiovanita! Lo so è paradossale, ma la consapevolezza del tempo trascorso mi ha dato una carica di leggerezza e buonumore; risentire le parole, ritrovare le sonorità e le emozioni di 15 anni fa, ritrovarvi sul palco e ripensare alle tante volte che ho cantato e ballato con voi, essere lì seduta e godermi questa formazione basica e minimale, osservarvi suonare… Insomma, non so come spiegarvelo, ma avete annullato le distanze. Mi sono ritrovata catapultata nel passato con gioia e contemporaneamente ben piantata nel mio oggi e altrettanto felice, avete abilmente evitato ogni deriva nostalgica e condiviso con me (forse con noi) la voglia di avere quarant’anni.

Sarà che sono anch’io una (splendida) quarantenne; sarà che adoro le vostre canzoni; sarà che temo l’autismo dei nostri giorni ma ho bisogno di momenti intimi e condivisi come questi? Sarà che siete bravi… Non lo so, ma è stato proprio bello.

Grazie ancora! Un abbraccio,

Sara

Cara Sara,

grazie della tua bellissima lettera. L’ho letta e riletta, e davvero mi restituisce il senso di tornare sul palco con Cisco e Gio. Tu e i tanti altri che in questi giorni ci contattano attraverso la pagina Facebook o il sito di Cisco avete capito profondamente cosa stiamo cercando di fare. Questo è gratificante, certo. Ma ancora più importante è che questi concerti sono un punto di incontro per un pezzo di Italia che sta cercando, in condizioni molto difficili, di costruire. Tu, tanto per dirne una, sei una storica specializzata in storia orale, e ti interessi di storia della manifattura, e sei una mamma di Chiedoasilo: quindi costruisci conoscenza e socialità in un paese che stenta a riconoscere questo tipo di contributo, e te ne assumi le responsabilità. Se la nostra musica ci ha permesso di incontrare persone come te e vi ha lasciato con una buona energia, va proprio bene così.

Un abbraccio anche a te,

Alberto

Storie dei 40 anni: il raccolto

Ho avuto qualche giorno per riflettere sul concerto di Asti. Siamo rimasti un po’ spiazzati: nessuno si aspettava quello che è successo. Cioè: locale pienissimo, con i gestori che hanno portato via tutti i tavoli per fare più spazio; gente rimasta fuori, che ha insistito con il locale finché non è riuscita a fare spalancare il portone del Diavolo Rosso e poi si è vista il concerto dalla strada. Di fronte a tutta quella gente, all’entusiasmo alle stelle, al pubblico che cantava a squarciagola, noi eravamo del tutto disarmati, con i nostri strumenti acustici e i nostri sgabelli. Dal punto di vista tecnico questa cosa creava qualche problema, perché il rumore del pubblico copriva il suono dei nostri monitor e ci rendeva più complicato colorare i suoni. Sembrava di essere nel 1995.

Ma questo è il 2010. Di improvvisare una scaletta punk-folk e montare il pubblico fino all’esaltazione, la strategia classica dei tempi dei Modena City Ramblers per quando il gioco si fa duro, non se ne parla proprio. La nostra è l’età dell’ascolto partecipe ma critico, e non dell’adesione incondizionata; dell’affetto impastato con l’ironia, e non dell’idolatria. Questo siamo; e forse questo è anche lo spirito di questo tempo in cui è così difficile trovare qualcosa a cui aderire incondizionatamente. Cisco ha risolto la cosa con qualche battuta e avanti così, con un po’ di fatica in più. Il pubblico, per fortuna, ha capito e si è abbandonato anche ai bis molto di atmosfera (per esempio “L’uomo delle pianure”, uno dei miei pezzi preferiti in questo tour).

Mi sono goduto molto la dimensione di incontro con le persone. Adesso posso confessare che per me, scienziato sociale fino al midollo, una motivazione importante per fare questo tour è che sono curioso di ciò che è capitato ai nostri vecchi fans, soprattutto quelli della nostra stessa generazione. Cosa fanno? Sono contenti delle loro vite? Sono come se le immaginavano nel fragore dell’Italia di Mani Pulite? Sia a Firenze che a Longiano che ad Asti ho ritrovato persone che frequentavano i nostri concerti in quel periodo o in periodi di poco successivi, e mi è piaciuto molto parlare con loro. Silvia dirige un albergo, ed è molto contenta. Emiliano non investe molto di sé sul lavoro, ma produce ottimo vino ed esce la sera in kayak per pescare a strascico, come una specie di Hemingway friulano. Elena si è stabilita nelle colline romagnole, e ricomincia da qui, dai quarant’anni. Mirko è diventato un modellista: uno di quegli operai superspecializzati e dalle mani d’oro che mandano avanti l’industria italiana, è molto bravo e sa di esserlo. Ha anche fatto un’esperienza politica, ma ne è uscito deluso. Mi ha addirittura portato un piccolo regalo.

Il raccolto di storie è cominciato.