Tag Archives: politica

OT: a little oxygen for Italy

Bologna al V-Day
It’s just impossible not to agree with standup comedian and top blogger Beppe Grillo’s three proposals, though I would have chosen a more lighthearted title (today Grillo and a few hundreds of thousands Italian in the main cities celebrated a “Vaffanculo Day”, where “vaffanculo” means “fuck off”). Let’s hope that the nobler component of his movement, fighting for higher moral standards in politics, can keep the other – more populist and, I fear, ready to bow to the next wave of establishment. Don’t give up, Beppe. And may the V… be with you!

Bello! Di che razza è?

Ci telefona l’amico Paolo Sgevano di Frame Events: possiamo sostituire i Lou Dalfin in un concerto a Vicenza? Per fortuna, tranne Paolino eravamo tutti liberi, e siamo partiti, con attitudine sanamente punk.

Una volta arrivati ci siamo resi conto di essere al Venigallia Celtic Festival, dove si celebra un revival celtico che, a essere sincero, sento molto lontano da me. Per me l’Irlanda è (o forse è stata, è qualche anno che non ci torno) la solidarietà e l’affetto che circondano le persone in difficoltà (vi ricordate i Commitments? Outspan che fa la fila per tirare il sussidio di disoccupazione e dice a Jimmy “E’ meglio essere un musicista disoccupato che un idraulico disoccupato!”); è la bellezza dei paesaggi, e l’ospitalità della sua gente; è soprattutto la sua musica, e la capacità – diffusissima – di suonarla e apprezzarla, di distinguere chi suona con buone mani e cuore da chi no. Mentre in Italia, vi ricordo, a Sanremo quasi tutti i cantanti (e i presentatori) erano stonati, ma stonati molto, e nessuno ha protestato.

Ci sono cose dell’Irlanda che porterò sempre nel cuore. Fra queste NON ci sono i combattimenti con lo spadone, le torce accese e la gente che va in giro con delle specie di plaid scozzesi drappeggiate addosso. Queste cose, purtroppo, mi ricordano l’Italia, e in particolare un politico italiano che si chiama Bossi Umberto; e, spiace dirlo, portano direttamente al concetto di pulizia etnica. Che tra l’altro in Italia è geneticamente impossibile: è vero che i Celti dominavano l’Italia settentrionale, ma l’ultimo bastione celtico, Milano, si è arreso ai Romani… nel 250 avanti Cristo! Da allora il sangue celtico si è mischiato a quello dei Romani, dei Longobardi, dei Goti, dei Vandali, dei Franchi, dei Normanni, degli Slavi, degli Arabi insediati al sud, degli Spagnoli, dei Francesi di Napoleone e chi più ne ha più ne metta. Noi Italiani siamo i Brasiliani d’Europa, i sanguemisto più misti che ci sono.

Che senso ha cercare le radici nella razza? Cerchiamoli piuttosto nei valori di civiltà, nella cultura, nell’arte, nel pensiero, nelle lotte per la giustizia! Nel Coro delle mondine di Novi ci sono cantanti veronesi, campane, perfino una scozzese; nei FF canta una pugliese, e la dj è eritrea. Il mio popolo è fatto dalle persone che scelgono, insieme, di portare avanti valori in cui mi riconosco. Le mie radici non sono nel mio DNA – che peraltro condivido al 99% con qualunque scimpanzè – ma proprio in questi valori; sono una cosa che si sceglie e ci si conquista, non una cosa che si ha.

Amen, fratelli. Comunque al concerto non è mancata la contestazione (educata, devo dire) di Bella Ciao: “La politica – mi ha detto un giovane dal cranio rasato – va lasciata fuori di qui”. Io gli ho spiegato che lui ed io siamo entrambi italiani, e che qualunque canzoniere italiano riporta Bella Ciao con grande rilievo. E’ il folk, bellezza.

Che tristezza

Oggi c’è a Roma la manifestazione per i diritti civili, e io non ci posso andare perché devo andare dal fisiatra. Grrr.

A proposito, un conoscente che preferisce rimanere anonimo mi ha detto che ultimamente (manifestazione di oggi compresa, a quanto pare) i musicisti italiani, quando gli chiedi di presenziare alle iniziative politiche, fanno domande strane, “come se gli avessi chiesto di venire a Domenica In”: chi c’è? Quant’è il rimborso spese? Pochi, pochissimi chiedono invece “ma per cosa si manifesta?”. Non so se è vero, ma di sicuro è verosimile, l’ambiente si sta incanagliendo, è evidente. E più si incanaglisce, più retorico diventa. Mi ci ritrovo sempre meno. Che tristezza.

Uno che invece le domande giuste le fa è il mio ex socio Cisco, che oggi è a Roma anche per me.