Open data: e se usassimo Wolfram Alpha?

In molti paesi (e finalmente anche in Italia) le pubbliche amministrazioni cominciano a rilasciare i loro dati perché i cittadini li riutilizzino e li remixino. Già l’atto è importante, ma naturalmente questi dati genereranno tanta più energia sociale quanto più semplice e intuitivo sarà il loro utilizzo. Le strategie di usabilità che ho visto in giro sono molto, molto diverse tra loro.

A un’estremità dello spettro, alcune organizzazioni puntano sulla visualizzazione, per così dire, in-house. Un esempio è l’OCSE, con il suo eXplorer: un’interfaccia di visualizzazione sofisticata, che permette animazioni, mappe multistrato, integrazione con GoogleMaps. L’unico problema è che i dati rimangono bloccati lì dentro, e anche le visualizzazioni – il sistema le chiama “stories” – si possono vedere solo da eXplorer. L’unica cosa che puoi fare è esportarle sotto forma di un file XML da condividere con i tuoi amici e colleghi; ma poi loro devono caricarlo su eXplorer per poterlo leggere. In generale, il sistema è complicato e poco flessibile; inoltre, lo scalino per gli utenti novellini è piuttosto alto (il file di istruzioni è oltre 30 pagine).

All’estremità opposta ci sono esperienze come quella della Ragioneria Generale dello Stato italiano. Il database è scaricabile, e ci sono istruzioni per generare tabelle riepilogative. Purtroppo, sono molto specifiche: presuppongono che il cittadino usi una funzione specifica (tabelle pivot) di un particolare software, per di più proprietario e costoso (Microsoft Excel. Forse sarebbe stato più elegante riferire il tutorial a OpenOffice). Tranne che per gli utenti esperti di Excel, questo sistema è “tutto o niente”: o ti confronti con enormi tabelle di dati disaggregati o investi una mezza giornata per seguire il tutorial e provare a fare qualche ipotesi di aggregazione. Va bene per i ricercatori, ma non crea interesse per giocare con i dati in chi ricercatore non è.

Forse una buona via di mezzo è la strategia della Banca Mondiale. World Databank permette la creazione di semplici report (compresi grafici e mappe) direttamente sul sito ma consente anche di scaricarsi i dati in formati diversi. Così, un cittadino può fare una prima esplorazione direttamente dal sito: in un minuto scarso può già guardare un semplice grafico. Se poi ci prende gusto, scarica i database e costruisce le elaborazioni che preferisce con il software che preferisce.

Credo che il senso delle politiche di open data sia tanto più profondo quanto più si riesce ad allargare la comunità dei cittadini che sanno capire, riutilizzare e spiegare agli altri i database governativi. Per questa ragione consiglio assolutamente a quelle autorità pubbliche che volessero intraprendere questa strada di incorporare nei loro siti delle funzionalità di preview rapida, come quelle di World Databank.

Sviluppare queste funzionalità costa caro (eXplorer certo ha l’aria di costare caro). Una possibilità low cost è probabilmente quella di scrivere un widget per Wolfram Alph, il motore computazionale ideato dall’uomo che ci ha dato Mathematica. Le sue capacità di calcolo sono largamente adeguate a qualunque ragionevole uso in questo contesto (fa delle cose semplicemente sbalorditive: provate a inserire nella riga di ricerca “compare a mouse and an elephant”): il problema è piuttosto quello di aggiungere a fare comunicare Wolfram Alpha con i database governativi. Se si riesce, però, è possibile scrivere widget facilissimi da usare come quello qui sopra, senza contare che a quel punto i dati diventano accessibili a chiunque, in tutto il mondo, usi Wolfram Alpha, anche se non lo usa dal sito dell’autorità in questione — e che i widget possono essere facilmente copincollati in altri siti e blog. Più open data di così…

Lavorare con Wolfram Alpha permetterebbe alle autorità pubbliche di avere una modalità di preview interattiva in tempi rapidissimi, e con investimenti molto piccoli in sviluppo software; ed accrescerebbe il valore di Wolfram Alpha stesso, che naturalmente è funzione della massa di dati a cui riesce a accedere. Non è gratis, però: si pagano abbonamenti che coprono un certo numero di interrogazioni mensili. Ho provato a scrivere all’azienda chiedendo se hanno una linea sugli open data, vediamo se mi rispondono e cosa. La soluzione vera sarebbe una versione open source di Wolfram Alpha, ma non ho notizia di cose lontanamente simili.

6 pensieri su “Open data: e se usassimo Wolfram Alpha?

  1. Antenore

    Oh my God no!!! Wolfram is the worst example of openness. It’s enough to read their http://www.wolframalpha.com/termsofuse.html and their Privacy Policy or do some research. Wolfram wants to own all the data (not the index of the data, but the data itelf).

    Public domain data have to be owned by the public and not by a public company.

    Is this an advertisement of Wolfram (apologizes if I’m wrong)?

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    1. Alberto Autore articolo

      Antenore: no, I am absolutely not advertising for anyone. I don’t even have adsense on my blog. 🙂

      Legalese is not my strong point, but in the terms of use I do not really recognize anything about ownership of the data. Anyway, as I said, I contacted them to ask the direct question: would like a public authority to give people access to their data through WA? Of course, said public authority cannot give data ownership away: data belong to the people. No response so far.

      What I would really like is for the European Union to make some infrastructural investment, creating the equivalent of Ning, Second Life, WA e what-have-you and making them free and open source. This would abate dramatically ICT costs for the public sector in Europe, and we would not have to depend on American companies and their TOS.

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  2. Stefano Durì

    anche secondo me Wolfram Alpha rischia di essere un buco nero. Vediamo cosa ti rispondono. Per quanto riguarda la possibilità di visualizzazione di set di dati, ti consiglio di farti un giro (anche se probabilmente li conosci già) sui siti di cui si parla qui http://infosthetics.com/archives/2010/06/review_big_three_online_viz_tool_benchmark.html
    Particolarmente interessante è Tableau Public, che ti consente (nella versione free) di creare ed editare localmente grafici basati su tuoi set di dati con un pacchetto scaricabile dal sito e caricarli sul tuo spazio personale, per poi condividerli e embeddarli. A titolo di esempio, ho creato un grafico basato sui dati della spesa pubblica (fonte: Ragioneria Generale dello Stato). Il risultato è bruttino, ma solo per fretta e scarsa perizia. I dati rimangono pubblici, nel senso che possono essere scaricati (v. toolbar in basso nella pagina)
    http://public.tableausoftware.com/views/Spesapubblica/Sheet1?:embed=yes&:toolbar=yes

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    1. Alberto Autore articolo

      David, vero? È un mio pallino da tempo: uno stack di soluzioni open source per l’informatica “semplice” pubblica. Una specie di Ning, una specie di WA, una specie di Second Life… 🙂

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