CriticalCity e il venture capital: la versione dell’azienda

Contrordine compagni ospita un intervento di Augusto Pirovano, CEO di CriticalCity, a proposito del difficile rapporto tra l’azienda e gli investitori di venture capital nel corso del 2009. Uno di questi investitori, Marco Magnocavallo, ha raccontato la propria versione dei fatti in questa discussione su FriendFeed. Ringrazio sia Marco che Augusto per avere condiviso le rispettive storie, e rimango convinto che la verità si cerchi nella conversazione e nel confronto. – Alberto

Poichè dal post di Alberto sull’esperienza di CriticalCity con il mondo del venture capital è nata una discussione che ci chiama in causa, riteniamo opportuno fornire una nostra ricostruzione dei fatti  legati alla nostra vittoria di TechGarage 2009.

Tutto inizia il 7 maggio 2009 con una chiamata di Lisa Di Sevo di dPixel che ci invita a partecipare a Roma in occasione di TechGarage 2009 fra le 10 startup finaliste.   Ben consapevoli che CriticalCity non è un progetto for-profit, noi non avremmo mai pensato di partecipare ed esplicitiamo a Lisa le nostre perplessità sull’opportunità della cosa.  Lei ci rassicura del fatto che dPixel conosce bene la natura no-profit del nostro progetto, ma nonostante questo, ci tiene che un’idea come CC sia presente a TechGarage, un’occasione interessante anche per noi dove incontrare fondazioni internazionali potenzialmente interessate a finanziare il nostro progetto.

Il 21 maggio 2009 presentiamo CriticalCity alla Luiss davanti ad un nutrito pubblico di investitori, VC e giornalisti di settore. Nelle slide e a voce dico molto chiaramente che CriticalCity è un progetto sociale che non cerca il profitto ma solo una sostenibilità economica e che per partire stiamo cercando la copertura del primo anno di attività sotto forma di un finanziamento a fondo perduto da parte di fondazioni bancarie, fondazioni culturali e filantropi privati.  L’ultima slide esplicita la cifra dello startup grant che stiamo cercando: 100.000 €.

Dei 3 premi messi in palio – premio della giuria, premio Wired e premio del pubblico – vinciamo tutto…e non solo.  Al termine della premiazione c’è un fuori programma di Marco Magnocavallo, amministratore delegato di Blogo.it, che pubblicamente offre le prime tre quote di 10.000 € che ci servono per partire e trova fra i presenti altri 7 disposti a offrire una quota da 10k consentendoci di arrivare alla soglia dei 100.000 €.

Noi ci mettiamo un po’ a capire quello che è successo, ma al termine della kermesse ci vediamo in disparte con Marco e chiediamo “ma siamo sicuri che avranno capito che non si tratta di un investimento?”.  Marco ci rassicura dicendoci che, nella peggiore delle ipotesi in cui qualcuno dovesse tirarsi indietro, ne troveremo qualcun altro disposto a sostituirlo.  Appuntamento a Milano la settimana successiva per approfondire i dettagli.

A Milano ci vediamo e – giustamente – ci viene chiesto di preparare una documentazione corposa: un piano operativo a 6 mesi, un piano finanziario a 2 anni, una esplicitazione della struttura organizzativa, una presentazione dell’assetto societario.

Due precisazioni. Primo: CriticalCity, già da diversi mesi era entrato dentro Focus, una cooperativa sociale con sede a Sesto San Giovanni.  Questo, ovviamente, non piace particolarmente ai VC che ci invitano a creare una srl ad hoc. Noi ci ragioniamo ma riteniamo da un lato che non sarebbe coerente con la natura prettamente sociale di CriticalCity e d’altro canto non sarebbe nemmeno possibile visto che avevamo già partecipato ad alcuni bandi come Focus. Secondo: il budget complessivo di progetto sui 24 mesi è ovviamente superiore ai 100K. 100 K sono solo la cifra che ci consente di partire con lo sviluppo della  nuova piattaforma e di coprire i primi mesi di lavoro.

Lavoriamo per quasi due mesi, in contatto costante con Marco che si occupava di rappresentare gli altri 6 venture capital.

Il 10 luglio veniamo invitati al VC Hub, un meeting a porte chiuse della comunità dei venture capitalist italiani. Qui, di fronte a molti dei presenti al TechGarage, presentiamo ancora una volta CriticalCity come progetto sociale no-profit, scatenando un piccolo putiferio.  Ci viene chiesto “ma perché vi ostinate a rifiutare il capitale privato?”  “Davvero credete che il mondo del venture sia Il Male?”.   Noi ovviamente non lo crediamo, ma siamo abbastanza convinti che un investimento privato non sia coerente con il nostro progetto. Sempre in quell’occasione, in un momento di pausa , Lorenzo Franchini, uno degli investitori in questione, ci dice chiaramente – pensando di interpretare le intenzioni anche degli altri – che loro non intendono in nessun modo offrirci le quote come finanziamento a fondo perduto.  Se vogliamo creare una srl sono interessati ad entrare nel capitale, altrimenti non se ne fa niente.

Il giovedì successivo , il 16 luglio 2009, abbastanza scossi per gli ultimi sviluppi, incontriamo Marco.  Questa sarà l’ultima volta. Gli presentiamo tutta la documentazione che abbiamo preparato e vogliamo capire se almeno lui è ancora disposto ad offrire le sue quote come contributo a fondo perduto. Marco in quell’occasione ci dice chiaramente che, dopo aver esaminato a fondo il progetto, non è convinto che CriticalCity sia un progetto “sociale”.  Le missioni che proponiamo sono di intrattenimento. Secondo lui CriticalCity è essenzialmente un iniziativa di entertainment, solo con qualche sfumatura sociale.  Quindi ci propone di farlo diventare un progetto puramente ludico all’interno di una srl e in quel caso è disposto a offrire le sue quote come capitale di rischio.  Altrimenti è ancora disposto a offrire le sue quote come erogazione liberale, ma a patto che trasformiamo CriticalCity in un puro progetto sociale con missioni del tipo “pulisci il parchetto” (parole sue).

Dopo quest’ultima batosta, siamo veramente in difficoltà, ormai abbiamo davanti l’estate, abbiamo esaurito tutte le nostre riserve societarie (e personali) e abbiamo impiegato gli ultimi due mesi per dedicarci pienamente alle richieste dei VC, accantonando la pratica già pronta per partecipare al bando di Fondazione Cariplo.

A quel punto è vero, per qualche giorno abbiamo avuto qualche tentennamento.   Fare una Srl e accettare di ribaltare completamente lo spirito di CriticalCity accogliendo l’entrata dei VC, oppure resistere ad oltranza ancora per altri (quanti?) mesi, ricercando la possibilità di sviluppare il progetto senza doverne snaturare lo spirito originario….

Oggi, col senno di poi, siamo felici di aver scelto la strada più difficile.

12 pensieri su “CriticalCity e il venture capital: la versione dell’azienda

  1. walter

    E’ stata una scelta coraggiosa, ma coerente, il che comporta rendere il cammino tortuoso e impervio. L’altra faccia della medaglia è che in questo modo però potete preparare il terreno per rimanere nella Storia….

    Si segnerà presto uno spartiacque tra imprese pure profit che tendono alla massimizzazione del profitto ed imprese che generano valore distribuito come fate voi, che (uso parole dei VC) generano intangible asset, solo che questi asset aggiuntivi sono l’utilità sociale, pratiche collaborative, processi a catena e circolazione di buone pratiche completamente differenti dalle “robe” intangibili a cui solitamente si riferiscono i VC (in genere dati profilati nei loro db, e visibilità mediatica trasformabili in ROI attraverso abili pratiche e derivazioni finanziarie, che raramente però rappresentano un ritorno reale dell’investimento).

    Questo spartiacque sarà sempre più deciso e si svilupperà, ne sono sicuro, un modello di circuitazione del valore, tra soggetti e iniziative che tendono a condividere strumenti e asset e ritornare alla collettività i frutti di questa scelta, e sarà più simile alla logica con cui si scambiano i file in p2p e del ritorno del valore dell’open source che non a quello meramente monetario-finanziario dei VC.

    E’ la strada più difficile certamente, e vi parlo per esperienza diretta perchè l’ho scelta da tanti anni, ma non ho mai barattato la mia libertà, la mia dignità in nome di obiettivi trimestrali da raggiungere e revenue sharing da dover rendicontare.

    Ma la notte dormo sereno, posso guardare tutti negli occhi senza mai abbassare lo sguardo, e la cosa che preme me, come credo anche voi maggiormente è quella di alzare il livello del benessere sociale nei quartieri più degradati, portare un pò di speranza, dove soprattutto l ‘”entertainment” non è un fine ma un mezzo per attivare processi di cambiamento e attivazione sociale; è appunto Riqualificazione Ludica Partecipata.

    Io sono un barbaro e anomalo e lo ammetto, ma un anno fa nel mio cuore speravo in questa vostra scelta e un pò temevo i bagliori di certe sirene….ma siete nuovamente riusciti a stupirmi…
    Grazie CC

    Replica
  2. Andrea

    Da una parte vi ammiro per le considerazioni fatte, ma dall’altra mi chiedo: Critical City aprirà mai i battenti?

    Replica
  3. Riccardo

    Grazie ad Augusto per aver condiviso i dettagli della storia e ad Alberto per aver ospitato il post.
    Credo sia importante che queste informazioni trovino uno spazio e vengano condivise, onde evitare anche la creazione di inutili flame e “gossip” basati su notizie incomplete.
    Ora, per par condicio, sarebbe veramente bello avere accesso al resoconto dei “VC”.

    Replica
  4. Alberto

    Sono d’accordo con Riccardo. Ho già scritto a Gianluca Dettori e Salvo Mizzi, cioè ai due VC che sono stati coinvolti nella commissione che assegna il Kublai Award, per consigliare loro di darci la loro prospettiva non tanto (o non solo) della storia di CC, ma di cosa stanno facendo e come vedono il loro ruolo. Immagino che interverranno dai loro blog .

    Replica
  5. Davide 'Folletto' Casali

    Ottimo. Scrivevo proprio poco fa su FF che sarebbe già un gran successo se tutti facessero anche solo il primo passo verso il dialogo: dando ognuno il suo punto di vista. Anche senza un concreto seguito, sarebbe interessantissimo. 🙂

    Replica
  6. Gianluca

    Alberto,
    mi chiedevi di commentare la storia di Critical City. Direi che è riassunta bene nei tuoi post. Abbiamo portato a Techgarage Critical City consapevoli del fatto che fosse un’iniziativa ‘social’. All’evento tuttavia ha trovato un notevole interesse (inaspettato) da parte degli investitori. Quando si è trattato di provare a chiudere l’investimento, la cosa non è riuscita proprio per il fatto che al tempo Augusto voleva mantenere l’iniziativa nel campo del no profit, cosa che ha eliminato automaticamente la possibilità per i VC di investire.

    Vista questa cosa abbiamo quindi accompagnato Critical City dagli unici possibili finanziatori di un’iniziativa no profit, ovvero le fondazioni bancarie, al tempo senza successo. Ma la strada era quella giusta e alla fine in effetti è stata proprio una fondazione bancaria a finanziare Critical City.

    Replica
  7. Lorenzo

    salve a tutti, sono Lorenzo Franchini, uno degli investitori che una volta capito che l’apporto consisteva in una donazione si è ritirato. penso sia giusto spiegare alcune cose per maggiore chiarezza. sicuramente quella situazione è stata un esempio di fraintendimento tra imprenditori e investitori. io come altri investitori eravamo coscienti del fatto che l’iniziativa Critical City aveva un forte contenuto sociale. per fare un esempio parallelo di un investimento potenzialmente simile alcune settimane fa con altri miei soci di IAG (Italian Angels for Growth) abbiamo finanziato una iniziativa con spirito simile che si chiama Eugea e sviluppa prodotti per la lotta biologica urbana, però abbiamo investito nel capitale della società, il che ci da una voce in capitolo sulla gestione della società e se un giorno venissero fatti dei profitti magari anche un ritorno economico anche se il ritorno economico non è forse il primo obiettivo in questo caso di investimento. personalmente se devo fare una donazione preferisco farla per una causa di bene più esplicita (e l’ho detto trasparentemente ai ragazzi di Critical City). mi spiace che non ci siamo capiti su questi elementi fin dall’inizio e mi spiace che loro abbiano perso tempo prezioso per inseguire questa strada ma noi siamo investitori in capitale di rischio e non altro. c’è bisogno di maggior comprensione delle dinamiche del mondo early stage per evitare questi fraintendimenti. noi andiamo a giro per l’Italia a cercare di spiegare queste cose, però ancora non c’è una coscienza diffusa. spero di aver dato un contributo di chiarimento, saluti a tutti. –

    Replica
    1. Alberto

      Lorenzo, piacere. Per quello che vale il mio parere credo che tu abbia fatto bene a spegarti qui. Il mio obiettivo nell’aprire questa discussione era quello di mettere a confronto i diversi punti di vista: spero che questi possano aiutare imprenditori e investitori di scegliersi meglio a vicenda.

      Il tuo punto di vista è chiarissimo: rimane il fatto che CriticalCity a settembre 2009, quando non viene considerato finanziabile, è lo stesso progetto che a maggio sbanca TechGarage. Io lo so, perché conosco quella presentazione molto bene: è la stessa che aveva già sbancato il Kublai Award a gennaio. Ti posso chiedere cosa è intervenuto che ti ha fatto cambiare idea?

      Replica
  8. Lorenzo

    ciao Alberto, sostanzialmente penso che sia io che gli altri investitori avevano messo disponibilità a investire non pensando che fosse un apporto a fondo perduto, ma un investimento in capitale anche se di una società no profit. Quando poi abbiamo capito questo abbiamo ritirato la disponibilità. Onestamente penso che sia stato un chiaro esempio di fraintendimento, poi io non li ho seguiti passo passo dal Techgarage alla presentazione al VC Hub quindi non so cosa si sono detti nel mentre. Forse il team di Techgarage può dirci qualcosa. Penso anche che in tutti gli investitori ci fosse un po’ la speranza che il progetto benchè fortemente social si aprisse al profit, ma non è stato quello l’elemento determinante di scelta, perlomeno non per me.

    Replica
  9. Lisa

    Ciao Alberto,

    questo il mio commento: ho invitato i ragazzi per dare loro della visibilità gratuita in poco tempo e a costo zero in quanto vincitori di un altro premio, non ho mai detto loro di omettere il fatto che l’iniziativa fosse no-profit e più volte loro stessi lo hanno dichiarato. TechGarage vuole dare spazio alle iniziative web and new media italiane e dal punto di vista sociale dell’iniziativa mi era sembrata una buona cosa dare loro visibilità (a quanto pare non lo è stata).
    Questo era il mio scopo dare visibilità ad un bravo team di giovani imprenditori.

    Lisa Di Sevo

    Replica
  10. Van Blessed

    Forse questo è un commento fuori luogo e “di parte”, ma sono un giocatore di CriticalCity e solo ora ne leggo la storia completa.
    Ora che so come è nato un progetto che mi ha entusiasmato, che mi ha fatto conoscere persone nuove (e ri-conoscere persone perse di vista), che mi ha fatto divertire e pensare, che mi ha fatto vivere momenti sociali che altrimenti non avrei mai vissuto, che mi ha fatto riappropriare della mia città (a livello emozionale perlomeno), che mi ha “fatto fare le cose che non ho mai fatto”… beh, sapere come CriticalCity è nato mi rende oltremodo orgoglioso di farne parte!

    Grazie a tutti (e al CEO-Aug :p) per quello che avete costruito in questi anni.
    Van Blessed

    Replica

Rispondi a Lorenzo Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.