Ho visto il futuro dell’entertainment business

Visioni Urbane è un progetto della Regione Basilicata per la costruzione di cinque spazi laboratorio per la creatività, che vorrebbero essere un’importante infrastruttura culturale e creativa per la scena della Regione. Vi collaboro anch’io, con un ruolo consultivo e di proposta di modi di pensare non esattamente tradizionali.

Fin dall’inizio ci siamo resi conto che non bastava aprire cantieri; bisognava cambiare la narrazione della creatività su quel territorio. I creativi erano all’angolo: dipendenti dalla spesa pubblica (e in concorrenza a somma zero per accaparrarsene un pezzo), scollegati dai mercati globali, sfavoriti da mercati locali di dimensioni troppo piccole, disillusi rispetto alla possibilità di collaborare con le istituzioni per ridisegnare lo scenario.

A novembre – quando i cantieri erano partiti, e la collaborazione creativi-Regione e creativi-creativi si erano sbloccate – abbiamo voluto dare al territorio un segnale forte che le cose stavano cambiando. Abbiamo chiesto al gruppo di CriticalCity di progettare un gioco urbano che coinvolgesse tutta la città di Matera, in occasione dell’iniziativa europea degli Open Days. Il risultato è stato A|MAze, e ne sono molto orgoglioso. Anche perché in A|Maze ho visto il futuro dell’entertainment business.

2 pensieri su “Ho visto il futuro dell’entertainment business

  1. Carlo

    Ogni tanto piombo su qualcuna delle vostre idee e resto sempre amazed 😮
    Il gioco mi sembra un esperimento riuscito benissimo, provo ad aggiungere un paio di idee, anche se magari ci avete già pensato: dal punto di vista del solletico alle comunità locali per “vivere” il loro territorio, come valutereste la ripetibilità in aree di estremo disagio presenti in tante delle nostre città più o meno grandi, per provare a riappropriarsi di zone “perdute”? Il gioco sarebbe tanto più efficace quanto più riesca a lasciare segni permanenti (su questo sguinzagliate la vostra fantasia!)
    Non conosco il modello di finanziamento utilizzato a Matera, ma mi chiedo se, immaginando una sequenza di nuove edizioni del gioco in altri luoghi, sia fattibile immaginare che i partecipanti ad una edizione paghino una piccola quota DOPO avere partecipato – ed essersi divertiti – per finanziare l’edizione successiva. In questo modo il gioco favorirebbe una sorta di legame di continuità tra comunità locali diverse, ognuna a servizio della successiva secondo il calendario di svolgimento del gioco

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