Buoni propositi per il 2010: ridurre i viaggi di lavoro

In 2009 I travelled on business a lot. Too much. I am waiting the second six-months Dopplr report, but I think I am somewhere around 100,000 kms, with the consequences that you can imagine in terms of pollution and congestion. Well, as information transport technology go, motorways, trains and airplanes are spectacularly inefficient. It’s like propelling a boat by exploding dynamite aft of the vessel, and counting on the explosion’s shockwave to move it: it (kinda) works, but it iss damaging, dangerous and very, very coarse.

Gli esperti di mobilità non hanno ancora capito una cosa assolutamente ovvia: il sostituto dell’auto non è l’auto elettrica o a idrogeno. Non è il trasporto pubblico urbano. E’ internet, che sposta informazione senza spostare atomi (giusto qualche elettrone, che pesa mooolto meno di noi). Mobility experts are not getting something which should be absolutely obvious: the substitute technology for the car is not the electric (or hydrogen) car; nor is it public transport. It is the Internet, which is good at transporting information without moving atoms around (it does move a few electrons, but those are waaay lighter than us.

Let’s make a deal, in the interest of the planet and of our own well-being: let us all buy a 20 euro headphones and microphone, install Skype and Second Life for interacting with others. Above all, it would be a great idea to learn to coordinate with our colleagues in writing – and asinchronously. There’s quite a lot of great tools out there to help us – many of them free – so we can all enjoy working from our offices in the clouds. Let’s travel, by all means, but let’s do it to explore new or beautiful places, or to give a hug to a loved one. And let’s finally dispose of a really obsolete technology that everybody hates: the meeting.

2 thoughts on “Buoni propositi per il 2010: ridurre i viaggi di lavoro

  1. Lorenzo

    Sono d’accordo su tutta la teoria. Ma lavoro con un’azienda che risiede in un’altra città, usiamo tutti i sistemi software possibili, dai sistemi di PM, Skype sempre e comunque. Mail, sistemi di condivisione file, vpn, ecc ecc e il lavoro a distanza solo con questi sistemi è a 2 dimensioni, manca la terza. La riunione con tutti seduti a un tavolo, mi spiace, ma è necessaria ed è propedeutica per collaborare bene a distanza successivamente.
    Le riunioni sono pallose perchè, spesso, inutili. Allora basterebbe ridurne la frequenza, magari non organizzarne tutti i giorni. Piuttosto limitarsi allo stretto necessario, ma la “macchinetta del caffè” rimane pur sempre uno dei luoghi dove si condividono le idee migliori.

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  2. Alberto Post author

    Spesso è questione di come di poni. Io dirigo un progetto che si chiama Kublai: siamo sparsi da Milano a Taranto. Facciamo una riunione plenaria all’anno, a luglio, che dura un giorno e mezzo e serve soprattutto a socializzare. Però devo dire che nel nostro sistema è fondamentale Second Life, che dà il senso di presenza, che mi pare che sia quella che tu chiami terza dimensione.

    E c’è un altro problema: i canali fisici “spiazzano” quelli online. Se abitui colleghi e clienti a vederti fisicamente, fai poi fatica a fargli utilizzare davvero i fora, i wiki etc. A volte bisogna tirarsela un po’ e negarsi di più. Nell’interesse dell’ambiente, ovvio. 🙂

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