Tag Archives: Superman

Serialità e random walk: i Promessi Sposi, il cigno nero e il campionato di calcio

(Off topics, qualunque sia la topics. In realtà questo post non starebbe male sul blog di Federica, o su quello di Giovanni, anche se ovviamente loro sono maestri e io un umile apprendista)

Ho appena finito di leggere The Black Swan, il che non solo è rinfrescante mi ha costretto a soffiare via un po’ di polvere dalla teoria della probabilità studiata all’università. Forse per questo, durante un’innocente chiacchierata a pranzo con Antonella e Elena, mi è venuto da formulare la seguente ipotesi: i prodotti seriali (come le telenovelas o il campionato di calcio) possono essere visti come un’applicazione del modello statistico detto random walk. Funziona così: un uomo lancia una moneta. Se esce testa, fa un passo avanti; se esce croce, ne fa uno indietro. Guardando quest’uomo si osserva un movimento continuo; lancia la moneta, si sposta, lancia di nuovo la moneta, si sposta di nuovo. In altre parole, ogni iterazione n è differente dall’iterazione n-1. Dopo un numero N di iterazioni, tuttavia, è probabile che l’uomo non sia troppo lontano dalla posizione iniziale; anzi, se N è sufficientemente grande la probabilità che vi sia molto vicino è alta. Il valore atteso del random walk (cioè la media della distribuzione di probabilità che lo governa) è appunto la posizione iniziale, e le occasionali deviazioni (molti lanci di fila danno testa, e l’uomo si sposta in avanti), se si attende abbastanza a lungo, verranno controbilanciate da deviazioni di segno opposto (molti lanci che danno croce).

Esempi di random walk

Per un non tifoso come me, il campionato di calcio somiglia a un random walk. Un anno il Milan batte la Roma, l’anno dopo la Roma batte il Milan e così via: visto da vicino sembra muoversi, ma nel lungo periodo sta sostanzialmente fermo. Ci sono alcune grandi squadre, più meno le stesse da decenni, che stanno in media ai piani alti della classifica; e da lì a scendere, nella coda lunga del pallone italico, con mutamenti congiunturali ma non strutturali. La stessa cosa avviene nelle telenovelas, dove A (fidanzato di B), si innamora di C per poi tornare da B che nel frattempo aveva avuto un flirt con D. Se aspetti qualche anno e poi riguardi la stessa telenovela può capitare di rivedere A che si ri-innamora di C o ri-ritorna da B. C’è sì movimento, ma è superficiale, inoffensivo, quel tanto che basta per non annoiarsi. La vera serialità è sostanzialmente ferma nel tempo: Superman muore, ma poi risuscita e riprende a sconfiggere supercriminali, con variazioni ma senza allontanarsi troppo dalla struttura base. Tutti questi sono random walks narrativi. Per contrasto, il romanzo ottocentesco ha una direzione, una struttura vera: Renzo e Lucia, che volevano sposarsi, ci riescono, mentre Don Rodrigo, che voleva Lucia per sé, muore di peste. I personaggi di Don Alessandro non descrivono un random walk, e infatti i Promessi Sposi si prestano male alla serializzazione.

La vita, secondo l’autore di The Black Swan, somiglia molto di più ai Promessi Sposi che al campionato di calcio. Ci colpisce con “cigni neri”, eventi molto improbabili, imprevedibili, tendenzialmente irreversibili e che tuttavia esercitano grande influenza sulle nostre vite: la seconda guerra mondiale, il crack finanziario del 1987, l’11 settembre. Nonostante questo – e a rischio di essere completamente spiazzati da questi eventi – gli uomini sembrano sentire la necessità di non pensare a questa tirannia del caso sulle loro vite, e si ostinano a costruire modelli di gestione del rischio basati sull’ipotesi che la casualità sia inoffensiva. Possibile che lo stesso meccanismo psicologico spieghi in parte il successo dei prodotti seriali, come Beautiful e il campionato di calcio? Il random walk è rassicurante: ci dà abbastanza movimento da generare una pseudonarratività, ma non abbastanza da generare una narratività vera, con le cose che cambiano per sempre, e mai, mai più torneranno come prima. I narratori alla Manzoni la vedono diversamente: sarà per questo che Canale 5 non li manda in onda subito dopo pranzo, come sottofondo alla digestione degli italiani.