Archivio tag: politiche pubbliche

Wikicrazia in Puglia con Vendola e un confronto sulle politiche per la creatività

Sono in partenza per la Puglia, per un giro di appuntamenti legati in un modo o nell’altro alle politiche pubbliche in rete. Sono particolarmente contento perché mi darà modo di ritrovare vecchi compagni d’armi e incontrare persone per me nuove e interessanti. Giovedì 2 dicembre mi trovate a Barletta: presento il libro al circolo ARCI Carlo Cafiero insieme a Luigi Pannarale, un sociologo intelligente e curioso.

Venerdì 3 sarò al Festival dell’Innovazione di Bari: al mattino mi aspetta una conversazione sul tema della creatività digitale con Nichi Vendola, presidente della Regione; Vincenzo Vita, presidente della commissione istruzione del Senato; Francesco Morace, sociologo attivo nella consulenza aziendale, presidente di Future Concept Lab; e soprattutto il blogger e scrittore Giuseppe Granieri, con cui lavorammo al primo anno di Kublai.

Al pomeriggio, sempre al Festival dell’Innovazione, faremo una riflessione sulle politiche per la creatività, viste dal laboratorio del Sudest italiano attraverso il filtro di Wikicrazia e del ruolo della collaborazione di massa online: e lo faremo a partire da esperienze concrete e che conosco bene. Annibale D’Elia ci racconterà il progetto Bollenti Spiriti della Regione Puglia; Rossella Tarantino ci racconterà del progetto Visioni Urbane, della Regione Basilicata, simile al cugino pugliese negli obiettivi, ma completamente diverso nell’attuazione; e il vulcanico Walter Giacovelli ci dirà di Kublai, in particolare della sua attivissima colonna sudorientale. Mi aspetto che partecipino molti creativi, mi piacerebbe provare, insieme a chi ci sarà, a immaginare la prossima generazione di politiche per la creatività. Quindi portate post-it e block notes, perché a chi viene sarà chiesto non solo di ascoltare, ma anche di dare una mano a progettare!

Informazioni qui.

La governance salvata da Davide (e da tutti noi)

Qualche giorno fa ho ricevuto da un messaggio che mi ha colpito. Me lo manda Davide, un artigiano edile che si è inventato fisarmonicista errante per cercare nuovi modi di interagire con gli sconosciuti (il suo profilo su Kublai).

Ciao, come stai? Ho finito di leggere Wikicrazia (e l’ho consigliato ad un amico che lavora in rete) e nonostante sia di cultura media (forse bassa) mi ha arricchito di tante nozioni che ora devo lasciare girare nella mia mente. Per me è stato una nuova carica all’entusiasmo che spesso metto nelle cose che faccio e vorrei farne buon uso. Forse ho quel digital divide cognitivo che ora mi rendo conto è importante affrontare e dopo questo libro ho un sacco di domande, ma una in particolare: nel mio piccolo comune in cui abito si può ed è importante cercare questo cambiamento, questo mettere insieme “intelligenza collettiva” a servizio dei singoli cittadini e della pubblica amministrazione? Ci sto pensando a questa cosa, anche nel mio mondo di scarsa conoscenza. Sai, in questa piccola realtà è brutto non vedere miglioramenti ed io stesso per anni non ho dato la giusta attenzione,però vedo che uno spiraglio c’è anche in questo momento di crisi e mi piacerebbe ci fosse anche nella mia piccola realtà lavorativa (non voglio diventare milionario,non mi interessa, desidero costruire un buon futuro anche per me personalmente), ma bisogna cambiare qualcosa che non ho ancora capito cos’è.

Ho letto che hai fatto il musicista perché volevi cambiare il mondo e non ci sei riuscito, ma il mondo si può cambiare?

Scusa se ti ho disturbato, e se ti rompono le scatole i miei messaggi dimmelo tranquillamente.

Disturbarmi? È per le persone come te che ho scritto quel libro, e sono onorato che il mio libro vi stimoli. Voglio conservare la tua mail per mostrarla agli amministratori pubblici con cui, nel mio lavoro, mi capita di parlare, e che sono invariabilmente preoccupate che l’eccessiva apertura dei processi amministrativi ai cittadini apra la porta a persone rancorose e distruttive. Queste persone ci sono, ma nella mia esperienza in genere non hanno nessun interesse ad avere a che fare con le politiche pubbliche, e si limitano a mugugnare. E intanto, la gente come te sta fuori dalle porte chiuse del Palazzo, chiedendosi come può dare una mano!

Mi chiedi se le cose possono cambiare. Me lo chiedono in tanti. Una risposta facile è che alcune cose si possono modificare senza dovere superare ostacoli eccessivi, altre no. Ma la risposta vera è che è irrilevante: perché tu comunque ci proverai, qualunque cosa io ti possa dire. E la sai una cosa? Anch’io, ci ho già provato e continuerò a farlo. Wikicrazia non serve ad aiutarci a decidere se le cose possono cambiare, ma a darci qualche strumento nel provarci.