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Community diving nel Mezzogiorno

Stage diving
Foto GothEric

Sono appena tornato da una settimana di viaggi nel Mezzogiorno per il reportage di Kublai. E’ stato divertente e molto istruttivo in quanto alle cose e alle persone che ho incontrato – i creativi e i loro progetti, le loro storie, le loro aspirazioni, i luoghi che abitano – e questo ce lo aspettavamo. Non ci aspettavamo, invece, di sentire così chiaramente il sostegno della nascente community di Kublai: i kublaiani ci hanno scovato ristoranti tipici, prenotato alberghi, offerto le loro case e i loro uffici per riposarci e lavorare, presentato persone interessanti, mostrato quello che c’era da vedere. In realtà (complici anche le ferie di buona parte del gruppo di lavoro) siamo partiti abbastanza disorganizzati, ma grazie ai kublaiani che visitavamo il viaggio si è come organizzato da solo.

Mi è capitato un paio di volte, con i Modena City Ramblers, di fare stage diving. Ti lasci cadere, e la gente ti prende e ti sostiene. Ti senti allo stesso tempo completamente indifeso e al sicuro, e grato di questa sicurezza alle persone che si frappongono fra te e il suolo. Viaggiando, in questi giorni, ho provato una sensazione molto simile, e ne ho ricavato l’impressione che stiamo costruendo, con Kublai, un social network “caldo”. Bene così.

Il sud è pessimista (ma non se lo può permettere)

Ieri ero a Potenza per l’ultima riunione del progetto Visioni Urbane. Sala piena, begli interventi carichi di futuro del mio amico Paolo Verri – attuale direttore di Italia150 – e di Miki Espuma della Fura dels Baus. Dopo mesi e mesi di lavoro, presentiamo un risultato, un risultato vero: il documento sugli spazi creativi della Basilicata, che indica le linee lungo le quali verranno spesi i 4,3 milioni di euro stanziati allo scopo dalla Regione. Il documento è stato scritto con il contributo decisivo della community creativa lucana, e contiene novità importanti gli spazi in rete, un modello di governance che coinvolge un consiglio di saggi di alto profilo che “costringa” creativi e Regione a ragionare in modo strategico, l’evoluzione del blog di VU in un social network che consenta ai creativi di pensare insieme con il minimo sforzo, risorse consistenti per progetti pilota su prodotti culturali innovativi da collocare negli spazi, un gruppo regionale a fare camminare il tutto. Il presidente della Regione è venuto a dire di persona “Mi convince, lo facciamo”. Vittoria! Champagne!

O no? Dalla discussione è emerso che alcuni erano evidentemente scontenti. Perché? Perché manca ancora l’indicazione puntuale degli spazi, su cui interverranno criteri politici immaginati come biechi e opportunisti. Perché non è stata presa una decisione finale sul modello di gestione. Perché la Regione non programma le sue risorse a inizio anno. Perché non usa il suo peso istituzionale per trascinare i grandi sponsor sostenere le attività culturali. Perché…

Alcune di queste osservazioni mi sembravano giuste, altre sbagliatissime. Alcune erano pertinenti e in qualche modo “sotto il controllo” del gruppo di progetto di VU, altre ne erano completamente al di fuori (la programmazione della spesa culturale non è in capo alla presidenza). Non mi stupisce che a questo gruppo si rivolgano lamentele che riguardano altri settori della Regione: in realtà credo che sia un segnale di successo (abbiamo creato un canale di comunicazione che funziona talmente bene che la gente tende a farci passare tutti i suoi problemi). Quello che invece mi fa impressione è la fatica che si fa qui a a leggere un segnale positivo per quello che è: un passo, magari piccolo, nella direzione giusta. Se non risolvi tutti i problemi, sembravano dirmi i più scettici tra i creativi lucani, non hai risolto niente.

Con tutto il rispetto, non sono d’accordo con questa posizione. Credo che la Basilicata sia un posto un pochino migliore dopo VU di quanto lo fosse prima. Credo che non sia giusto aspettarsi che VU risolva i secolari problemi di rapporti tra i cittadini del sud e la loro pubblica amministrazione. Credo che il gruppo di progetto si meriti una pacca sulle spalle – e io sono stato attento a esprimere il mio apprezzamento e la mia gratitudine per tutti, i colleghi del DPS, quelli della Regione, la community creativa. Credo che sia importante celebrare insieme le vittorie, anche piccole – e quella di ieri tanto piccola non era.

Senza questo è difficile avere il senso che si sta progredendo, e quindi rimotivarsi a giocarsela, insistere, provare a costruire il cambiamento. Proprio per i problemi che devono affrontare, i meridionali meno di altri possono permettersi di piangersi addosso: il piagnisteo demotiva le persone, fa scappare il capitale umano e quindi alimenta il sottosviluppo. Ma è così difficile essere contenti per una cosa che è andata bene?
[Illustrazione di Silvio Giordano – grazie!]

Innovazione al sud: si muove Zappacosta

Ho letto la notizia sul Corriere di oggi, ma non trovo un link (!): Pierluigi Zappacosta, abruzzese che ha fatto fortuna nella Silicon Valley co-fondando Logitech (la società che probabilmente produce il vostro mouse) ha dato vita a un fondo di venture capital che si chiama Faro, e adesso sta lavorando con il ministero dell’innovazione per selezionare startup tecnologiche nel Mezzogiorno. Zappacosta è persona seria e saggia, e questi anni di California lo hanno reso abbastanza insofferente ai giochetti italiani (qui c’è una sua gustosa intervista con Marco Palombi) e molto pro-mercato. Insomma, che uno così trovi interlocutori nel governo italiano mi pare una vera notizia. Fusse che fusse la volta bbona… mi informo dai miei amici del DPS. Intanto chiedo a Gianluca e ad Alberto se hanno più informazioni dal lato aziendale….