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E ora, un libro (with a little help from my friends)

Nel 2010 pubblicherò un libro sulle politiche user generated. E’ un tema che mi appassiona: penso che la ventata di web 2.0 che ha investito la pubblica amministrazione sia una bellissima occasione per riformare in profondità il modo con cui i cittadini si occupano delle politiche pubbliche, rendendolo più informato, più efficace e persino più divertente.

Il libro si chiama Wikicrazia – L’azione di governo al tempo della rete: capirla, progettarla, viverla da protagonista, e uscirà il 15 settembre per Navarra Editore. Vuole essere un libro di frontiera (sicuramente ci ho messo il meglio di quello che so), che tratta di temi complessi rimanendo semplice e scorrevole. Ci ho lavorato per un anno, e sono arrivato a una bozza pubblicabile.

A questo punto potremmo anche andare in stampa, ma invece ci è venuta l’idea di fare una cosa diversa: questo è un libro sulla collaborazione via Internet, e ha senso aprirlo alla collaborazione via Internet. No one is smarter than everyone, figuriamoci io. Quindi ti chiederei, se hai un po’ di tempo e se la cosa ti intriga, di aiutarmi a scriverne la versione finale, quella che verrà stampata. Avrai in cambio la mia eterna riconoscenza e il pubblico riconoscimento del lavoro svolto. Per partecipare, o anche solo per dare uno sguardo alla bozza, guarda qui.

The Kublai files: harnessing the unexpected

David Osimo has been guest editing an issue of the European Journal of E-Practice bearing the significant title asked me to contribute to the “E-government 2.0: hype, hope or reality?”, and he asked me to contribute to it. I joined forces with Tito Bianchi, and together we produced a paper that summarizes two years of Kublai. The executive summary is this: web 2.0 can be quite a powerful tool fo public policy. But it is very, very much at odds with the prevailing administrative culture, which is still based on Weber’s idea of impersonal procedures, subject to controls that are aimed at verifying formal correctness rather than performance. If it is to go 2.0 at all, the State should guard the public interest while allowing and encouraging people to trythings out their own way. The full paper is called “Harnessing the unexpected” and can be read and downloaded here; David’ editorial is here.

The Kublai files: imbrigliare l’inaspettato

David Osimo mi ha chiesto un contributo per il numero dell’European Journal of E-Practice da lui editato, significativamente intitolato “E-government 2.0: hype, hope or reality?”. Ho unito le forze a quelle di Tito Bianchi, e insieme abbiamo prodotto un articolo che fa il punto di due anni di Kublai. Il succo è: le logiche web 2.0 applicate alle politiche pubbliche sembrano funzionare. Ma sono molto, molto lontane dalla cultura amministrativa dominante, che è basata ancora sull’idea weberiana di procedure impersonali, sottoposte a controlli tesi a verificarne la correttezza formale più che i risultati. Se fa 2.0, lo Stato deve presidiare l’interesse pubblico, ma incoraggiare i cittadini a provare a perseguirlo a modo loro. Il paper completo (in inglese) si chiama “Imbrigliare l’inaspettato” e si può leggere e scaricare qui; qui, invece, l’editoriale di David.