Gli open data e i conti della serva

La mia amica e collega Ida, che lavora per la Regione Basilicata, ha capito tutto. Ha preso i dati del Ministero dell’Interno e in pochi minuti ha dimostrato che l’affermazione “l’attuale governo è stato eletto dalla maggioranza degli italiani” è falsa. E conclude così:

Ho sbagliato qualcosa?
E se non ho sbagliato i conti, perchè nessuno, all’infuori del solito Travaglio, riesce a sbattere in faccia al governo questi numeri, quando si millanta di essere stati “eletti dal popolo”, dalla “maggioranza degli italiani”? Io ho un’intelligenza media, e ci ho messo mezz’ora, e 4 click su Internet: possibile che nei prestigiosissimi uffici studi del Pd, nelle tante fondazioni, nelle segreterie degli onorevoli, nessuno è riuscito a fare altrettanto?

Ecco. L’utilità sociale degli open data è tutta qui: tutti possono fare i conti della serva, e una volta che hai fatto i conti della serva sei immune alla fuffa, alla retorica e alle bugie.

2 pensieri su “Gli open data e i conti della serva

  1. Giovanni

    Il problema vero è che dei conti e dei dati non gliene frega niente a nessuno. L’approccio ai dati di chi ci governa è questo:
    a. se i dati danno ragione al governo: li usano e se ne vantano
    b. se non danno ragione al governo, li manipolano e se ne vantano
    c. se non riescono neppure a manipolarli, li smentiscono o li ignorano

    Pensare che bastino i dati per convincere le persone è una pia illusione.
    Ti rimando all’aneddoto che ho riportato in questo post
    http://www.sonego.net/politica/politica-politica/demolire-con-la-forza-del-ragionamento/

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